DEI RE 1)1 FRANCIA 161 baud-S.-Etienn<‘. Mollevaut ed altri coraggiosissimi. Principiarono con un tratto di forza, facendo arrestare, nel 25 maggio, l’infame Hcbert in mezzo stesso dell’assemblea; quell’Hébert che, in un giornale intitolato il Padrn Duchc-sne, iacea mestiere di corrompere e depravare il popolo. Andando in prigione, egli udiva mille proteste che sarebbe liberato e vendicato. Nel 37 maggio la convenzione ricevette nel suo seno una folla di faziosi, presentatisi col nome di petenti, i quali si lamentarono d’un arresto ingiusto e illegale, e chiesero lor fosse reso il chiarissimo magistrato, (Hébert era procuratore della comune), accompagnando la domanda con urli c minaccio. Il presidente, Isnard, oratore caldissimo, loro rispondeva che se il ferro fosse portato in seno della rappresentazione nazionale, Parigi si troverebbe annientata, c ben presto si cercherebbe sulle rive della Senna il luogo ove essa avesse esistito. Questa espressione iperbolica impose ad alcuni giacobini; ma allorché Isnard volle parlare sullo stesso modo ad altri petenti, non fece che eccitare vicmmaggiormcnte il furor loro, sì che precipitatisi alla tribuna lo scacciarono dal suo seggio. Hérault-de-Séchellcs lo rimpiazzò, ed in luogo di imitare la ferma e coraggiosa condotta di lui, trascinò la convenzione ai piedi dei faziosi. Promise di render loro giustizia, e tosto pose ai voti c pronunciò, in mezzo a confusi clamori, essere soppressa la commissione dei dodici e libero llébert. Questa tumultuosa seduta fu levata a mezzanotte. Cosa stupenda si fu come gli onori della seduta venissero accordati a questi faziosi petenti, i quali, frammischiati fra i membri della montagna, aveano votato con essi. Il giorno seguente, 29 maggio, i girondini ricominciavano la lotta. Vivamente protestarono contro un decreto strappato alla convenzione dalla frode e dalla violenza. Siccome i giacobini mostravansi un poco meno minaccianti intorno all’assemblea, ella sforzossi a superare il proprio timore, c riparò un poco all’ignominia del dì avanti col dichiarare clic Hcbert resterebbe ancora prigione, c che la commissione dei dodici continuerebbe. Questo decreto eccitò la collera dei giacobini: essi ridomandavano anco una volta llébert: fìanton. Collot d'IIeibois tuonavano contro v: hi.* t. 1. 11