DEI RE 131 FRANCIA 65 strò alcun dispiacere, ed appena fu notte parti in compagnia della sola sua sposa, e recossi d’un sol tratto a Bruxelles. Montmorin, la Luzerne e Saint-Priest, amici e colleglli di Necker, ricevettero in pari tempo la lor dimissione • La nuova della partenza di Necker non si seppe a Parigi che il domani, 12 luglio, e il popolo ne manifestava la più gran disapprovazione e proferiva insultanti parole contro il governo. In pochi momenti si assembrava al Palais-Royal una folla imponente, diretta da Camillo Dcs-moulins, il quale, armato d’una pistola, distaccava un ramo da un albero del giardino, e facevasene una coccarda in segno di riunione, ed ognuno imitavalo. Ora la folla si recava nel salone del Palais-Royal, ove le venivan mostrate alcune figure di cera: eranvi pure quelle di Necker e del duca d'Orleans, le quali venivan prese e portate in trionfo. Era uno spaventevole corteggio della più vii feccia popolana vestita di stracci, armata di picche e bastoni ferrati, spirante la più funesta agitazione, il più canino furore. Quest’orribile raunata ingrossavasi per via d’un’altra folla di vecchi, donne e fanciulli, e si dirigeva verso la piazza di Luigi XV. Quivi stavano accampati alcuni reggimenti composti di soldati tedeschi, e comandati dal barone di Be-senval. I facinorosi se ne avvicinarono, e, col mostrar loro le figure che portavano, cercarono attirarli nell’insurrezio-zione; ma non venne lor fatto, chè anzi distaccatisi alcuni soldati, rovcsciavan nel fango le idolatrate figure. Quella ri-baldaglia tentava oppor resistenza, e facea piovere sui Tedeschi una grandine di pietre; senonchè il principe di Lambesc con alquanti cavalieri le dava la canea e dissipavate; ed un colpo di cannone, tirato per raccogliere le truppe, finiva di disperderla: spaventata fuggiva per ogni parte dal giardino delle Tuileries, ove crasi ritirata da prima. Siccome era di domenica, e che molte famiglie, ritornando dal passeggio, per di là passavano, il disordine divenne più spaventevole, ed alcune persone rimasero ferite. Ma già facevasi oscuro; i rivoltosi si riunivano; recatisi alle barriere vi davan fuoco, e passavano tutta notte a correre per la città gridando orribilmente: l’allarme e lo spavento tenevan desti i cittadini, e ognuno si barricava nella propria casa, come se dovesse sostenerne l’assedio. p.c III.3 T. I. 5.