336 CRONOLOGIA STORICA indirizzo per chiedere le particolarità relative alle milizie assoldate durante l’aggiornamento; e lord North approfittò di tale occasione per felicitarsi, in nome de’suoi colleghi, di questa universale approvazione ai piani del ministero. Però P opposizione appellava il progetto illegale ed incostituzionale. I dibattimenti furono violentissimi quando, nel comitato dei sussidii. si trattò, nel 4 febbraio, di votare le somme necessarie pel corredo delle nuove milizie. Nel 17 febbraio, lord North cagionò generale sorpresa con un discorso,'nel quale dichiarava essere sempre stata guida e scopo della sua condotta la pace; che, per sua opinione, le imposte gettate sugli Americani non avrebbero mai prodotto una importante rendita; ch’egli non ne aveva mai proposta alcuna, ma che disgraziatamente le aveva trovato già stabilite al suo entrare nel ministero. Giustificava le misure di rigore, come necessarie nei momenti in cui erano state adoperate, quantunque avessero prodotto non preveduti efletti. Richiamava alla memoria le conciliazioni da lui proposte prima che fossero incominciate le ostilità, ed attribuiva il cattivo esito di esse ad una fatalità che avea intorbidata la cosa più chiara del mondo. Finiva con protestare come il cattivo risultato della guerra avesse deluse le sue speranze. Domandò quindi il permesso di presentare un bill, che dichiarava i sentimenti del parlamento inglese sull’ esercizio del diritto di mettere imposte alle colonie; ed un altro, che autorizzava il re a nominare commissarii rivestiti di baste-voli poteri onde trattare, deliberare e convenire sui mezzi di pacificare l’America. Aggiunse: questi commissari dovrebbero aver facoltà di trattare col congresso come con una legale autorità, di sospendere il potere delle leggi proibitive, di ordinare armistizii, e accordare amnistie, di ristabilire l’antica forma di governo, ove e quanto sarebbe essa necessaria, di nominare i governatori, i consigli, i giudici nelle colonie, ove queste nomine appartenessero al re. Questo discorso, ascoltato con la più viva attenzione, produsse in tutta l’assemblea lo stupore, l’abbattimento, la tema. Le proposte del ministro eccitarono il più profondo malcontento nei membri che aveano sostenuto più vigorosamente il principio della sovranità della metropoli e la prerogativa reale. Alcuni deputati delle provincie, spezialmente, si lamentarono