356 CRONOLOGIA STORICA vano in tremila fanti spagnuoli, negri o mulatti, con soli ducento fucili cd alcune sciabole. Il mastro di campo don Antonio de Vera-Muxica, incaricato di dirigere le operazioni dell’assedio, cominciò l’altacco con trecento spagnuoli e tremila indiani colonizzati. Un neofito che nell’oscurità della notte avea montato sul baloardo, trovato avendo addormentata la sentinella, le tagliò la testa. Il segnale dell’attacco dovea essere un colpo di carabina. Nella confusione un soldato scarica l’arma e tosto si slancia sul baloardo una colonna intera. Sorpresi i Portoghesi e credendo dover misurarsi con tutta l’oste, accorrono colà e danno fuoco a una colobrina che scoppia al momento in cui due altre colonne indiane penetrano nella piazza. D’ogni parte vengono investiti gli assediati, e i loro magazzini di polvere cadono in poter del nemico. Riavutisi nondimeno dallo spavento, si difendono valorosamente; ma gl’indiani si scagliano sovr’essi con tanta furia che torna vana la loro resistenza. Solo nove uomini di tutta intera la guarnigione poterono salvarsi col mezzo di capitolazione, essendosi appostati sovra una roccia. Il governatore ch’era uno di essi, fu mandato in loro compagnia a Lima ove mori poco dopo. La perdita degl’indiani fu di trenta rimasti uccisi e di molti altri feriti. Gli spagnuoli non perdettero che soli soi uomini (i). In tal guisa quella fortezza difesa da buona artiglieria, attorniata da moschettieri e piena di truppe agguerrite e bene armate, fu presa per ¡scalata da alcuni neofiti coperti con un semplice sotto calzone in mezzo ad acutissimo freddo, e venuti la più parte da ducento leghe di distanza. La loro condotta venne encomiata con lettere inviate al provinciale dall’arcivescovo di Lima e dal viceré del Perù. Nel 1681 venne sottomessa la quistione ai gabinetti di Madrid e di Lisbona, i quali desiderando evitare la guerra, convennero di rimetterne la decisione a mezzo (1 ) Muratori dice, che duecento Portoghesi perdettero la »ita in quella scaramuciaj gli altri furono fatti prigionieri col loro generale.