a86 CRONOLOGIA STORICA suo grande scudiere don Pietro de Mendoza adelantado o governatore generale di tutti i paesi dal fiume della Piata sino allo stretto di Magellano per un’estensione di ducen-to leghe. Gli permise di spingere i confini del suo governo verso l’occidente sino al mare del Sud, gli accordò un trattamento vita sua durante di duemila ducati all’anno ed una donazione di altri duemila sui profitti del paese, a condizione di trasportare colà nello spazio di due anni mille uomini, di cui cinquecento nel primo viaggio ed il rimanente in un secondo, con cento cavalli e giumenti, e di aprire un cammino per terra sino al mare del Sud. S’impegnò egli di costruire a sue spese tre fortezze, di fondare varii stabilimenti, e di condur seco otto religiosi per adoperarsi alla conversione degl’ indiani, un medico, un chirurgo ed uno speziale. Lo nominò il re grand’ alcalde od alguazil mayor della colonia in cui risiederebbe e gli promise che queste due cariche sarebbero ereditarie nella sua famiglia. Dopo un soggiorno di tre anni nel paese gli era permesso di ritornare in Ispagna ed eleggere in suo luogo un governatore che godrebbe delle stesse prerogative. Doveva appartenere al re il decimo del prodotto dei riscatti dei cacichi presi in guerra e la metà dei tesori di quelli che rimanessero uccisi. Avendo il re eletto gli officiali regii ed i regidores (i), la fiotta composta di dodici navigli mise alla vela da San Lucar nel mese di aprile 1535. Eranvi a bordo ottocento uomini di truppe (i) condotti da un italiano di nome Giovanni Osorio, che comandava la spedizione in qualità di luogotenente. Ma al suo arrivo sotto la linea venne dispersa da una tempesta ed una parte dei bastimenti si rifugiò a Rio Janeiro, ove Osorio perì vittima dell’intrigo o della gelosia de’suoi officiali (3). Dopo aver soggiornato due set- fi) Veggansi i loro nomi nelle decadi di Errerà. (2) Charlevoix racconta che l’armamento, il quale doveva essere soltanto di cinquecento uomini, fu di milledugento, e ch’eranvi a bordo oltre a trenta signori, ed alcuni officiali e fiamminghi. Secondo Io stesso autore la (lotta consisteva in quattordici vele. (3) Errerà non parla di quest’affare e neppure dell’approdo al Brasile, « volendo senza dubbio, dice Cliarìevoix, stendere un velo sopra quanto successe. »