112 CRONOLOGIA STORICA la voce era soffocata da quella dei centrentatre membri della deputazione spagnuola. Vorremmo dannare ad un eterno obblio quest’epoca fatale in cui gl’intrighi del perfido spagnuolo lottavano contra la magnanimità e la franchezza del carattere chilese. Chi avrebbe immaginato, che quel conflitto sì favorevole alla nostra intrapresa e sì fune- basterà rammentare che dopo essere state ratificate dal nostro governo, garantite dalla mediazione del commodoro Ilil-lyar, il quale aveva a ciò ricevuto i poteri dal viceré del Perù, ed accettate dal generale in capo dell’esercito di Lima, dopo la ritirata delle nostre truppe, la restituzione dei prigionieri e la solenne promulgazione della pace, il nemico rimase a Talea ad ordire nuovi tradimenti in luogo di evacuarla in trcnt’orc com’era convenuto. Ebbe appena Gainza abbandonato la nostra città e tragittato il Maule che mise tutto in opera per riparare le sue perdite. Arruolò reclute, riunì e disciplinò un secondo esercito cui accampò nella provincia della Concezione, e spese così il danaro ch’avea ricevuto per indennizzare gli abitanti vittime della guerra. Accaparrò tutti i fondi, elesse giudici, ed in una parola si dichiarò signore e padrone di questa stessa contrada eh’ci s’era impegnato di evacuare in due mesi, sino all’arrivo d’Oso-rio, che rinnovò le ostilità c minacciò di mettere tutto a fuoco e sangue, se non ci assoggettassimo a discrezione (i), e se ricusassimo di accettare il perdono offertoci dal suo visir (2). Non era più tempo di fidarsi alle carezze del leone che nascondeva gli artigli fralle pieghe dello stendardo delle pugne. Conoscevamo le conseguenze del perdono accordato a Messico, Venezuela, Quito, Huanuco ed all’Alto Perù. Queste intimazioni risvegliarono i nostri timori; ma in quali circostanze? Nel momento in ci» avevamo ricevuto la novella della ristaurazione di Ferdinando, il suo decreto che annullava la reggenza, le cortes, i loro ordini e le loro costituzioni e manteneva nelle loro funzioni le autorità dei due emisferi. (1) Intimazioni del 20 agosto 1314 segnate da Chiilan. (2) Grida c perdono del viceré di Lima, del 14 marzo.