DELL’ AMERICA 4' nascosto dopo la sua sconfìtta. Lo spione che lo scoprì condusse colà durante la notte Pietro Avendano con un distaccamento di cavalleria che lo prese dopo un’ostinata resistenza di dieci de’suoi soldati che gli erano rimasti fedeli. Condotto innanzi a Reynoso, che gli notiziò la sua sentenza di morte, Caupolican non ne parve menomamente sconcertato: « La mia morte, diss’egli, non può servire che n ad infiammare ancor più l’odio inveterato dei miei com-« patriotti contra i vostri; la perdita di un capo disgrazia-» to non saprebbe scoraggiarli. Dalle mie ceneri sorgeran-n no altri Caupolican più felici. Se al contrario voi mi » lasciate la vita, l’influenza ch’esercito nel paese potrà » essere utile agl’interessi del vostro sovrano, ed alla pro-« pagazione della vostra religione, che voi dite essere 1’ » unico oggetto di questa guerra d’esterminio. Se però n siete decisi di farmi morire, speditemi in Ispagna. Colà « io perirò senza cagionar turbolenze nella mia patria, se » il vostro re giudica a proposito di condannarmi. » Gli fu spedito un sacerdote, il quale avendo conferito qualche tempo con lui, giudicò ch’era convertito (i) e gli amministrò il sacramento del battesimo, dopo di che venne condotto al supplizio. Alla vista degli stromenti di morte e del negro incaricato di eseguire la sentenza, applicò a quest’ultimo un calcio così violento, che lo gettò giù dal patibolo, gridando: « non v’è una spada ed un più degno » carnefice per dar morte ad un uomo mio pari? questa n non è giustizia, è una bassa vendetta (2)«. L’infelice venne impalato ed ucciso a colpi di freccie. Raccontasi che sua moglie, vedendolo cedere piuttosto che morire, gli gettasse suo figlio dicendo: non voler essa serbare niente di ciò che avea appartenuto ad un vile. Gli araucaniesi, sdegnati del barbaro trattamento fatto al loro generale, si elessero a capo il di lui primogenito, dietro l’assicurazione del vecchio Colocolo ch’egli aveva ereditato i talenti del padre. Questa scelta fu ap- (1) Vengasi ( )vaglio, lih. V, rap. a3 : Conversione e morte di Cau-policanoj c 1 ‘ Araucana, canto 34. (a) Non c*e una spada e un'altra mano più degna da far morire un uomo del mio caratterej questa non è giustizia, è vile vendetta. — Mo* Una, lib. IHj cap. n.