DELL’ AMERICA 3;3 1^32. Frattanto ì partigiani di Antequera e di Mena temendo di avere la stessa sorte dei loro capi, risolsero liberarsi dei gesuiti. Il 17 febbraro fu fermato in un’assemblea tenuta nel palazzo del comune di scacciare que’religiosi dal lor collegio, imbarcarli sul Paraguay e porre a morte tutti quelli che aveano disertato dal partito dei communeros, non che i due reggidori Cavallero de A nasco e Bcnitcz riguardati più che gli altri colpevoli. Duemila cavalieri che si erano raccolti fuori della capitale, vi entrarono il diecinove, c spezzarono le porte del collegio a colpi d' ascia. Pochi di dopo i guayeurus sparsero la costernazione all’Assunzione e il governo chiese al comune soccorsi di truppe. Esse si ricusarono, a meno che non venisse dal vescovo levato l’interdetto e la scomunica pronunciati contra di loro, lo che fu costretto di fare. Gl’indiani si ritirarono. 11 vescovo avendo tentato fuggire dalla città, vi si oppose il comune. Con questo collegossi la città di Corrientes, e mandò prigioniero all’Assunzione il proprio comandante legato i piedi e le mani. Questo partito però soíTcrse un disastro sulla frontiera nel dì 5 maggio. Don Manuel Agustin de Ruiloba, capitano generale del Callao, ebbe ordine di recarsi ad assumere il governo del Paraguay, c punire i ribelli, e dal vicerò fu ingiunto al provinciale dei gesuiti di fornirgli, in virtù di un atto del consiglio di Lima del a4 giugno, il numero d’ indiani di cui abbisognasse a tale scopo. Il nuovo governatore giunse ad Itati il 6 luglio ed ordinò al padre d’Aguilar, superiore delle colonie del Pa-rana, di lasciar i neofiti ch’erano in numero di circa settemila nel posto cui occupavano e far prender l’armi nelle colonie a tutti quelli ch’erano in istato di portarle. 1733. Egli si recò poscia alla riduzione di Sant’Ignazio ove venne salutato dagl’indiani accampati sulle sponde dell’Aguapay, ed avanzatosi sino al Tebiquari, vi ricevette le felicitazioni dei principali uffiziali dell’Assunzione ; e Del 27 luglio vi fece il suo solenne ingresso, dichiarando ribelle l’associazione del comune, e pubblicò editto che minacciava pena di confiscazione contra ognuno che continuasse a farne parte. Destituì quegli uffiziali dei quali non si trovava tranquillo, ristabilì i tre correggidori deposti e pensò al richiamo dei gesuiti. I malcontenti risolsero