DELL’ AMERICA di Ruenos-Ayres ch’ebbe luogo nel 1535 gli abitatili evacuarono questa città con tanto precipizio, che furono abbandonati varii giumenti condotti dail’Andalusia e dall’isola di Teneriffa. Dopo il ristabilimento di questa cillà nel i58o, i cavalli selvatici provenienti da questi giumenti erano in si gran numero, che se ne ottenevano di eccellenti per due aghi da cucire. Gli agenti del fìsco ebbero l’idea di farne un oggetto di speculazione pel governo, e pretesero che tutti i cavalli selvatici appartenessero al re, e che gli abitanti non potessero domare quelli che prendessero senz’averne ottenuto il permesso. Questa pretesa venne respinta, ed un giudizio emanato nel i5g6 autorizzò gli abitanti ad impadronirsi dei cavalli selvatici che tro-vansi al sud della Piata sulle sponde del Rio Negro ed anche nelle terre dei patagoni. Havvi alcuni individui che nr possedono sino a seimila. Quelli acquistati dal governo nel 1801 per rimontare la cavalleria costavano otto dollari per cadauno. Dopo il 3o° di latitudine, i cavalli selvatici, secondo Azara, vivono in mandre di parecchie migliaia. Quest’autore sembra persuaso che sieno assai inferiori ai cavalli andalusi, riguardo alla statura, alla forza, all’eleganza ed all’agilità; ma DobrizliofTer non è di quest’opinione, e riferisce il proverbio dei coloni spagnuoli: «Un cavallo del Paraguay nuore prima di stancarsi ». Gli asini sono poco stimati, e gl’indiani degnansi appena di servirsene; ma si moltiplicano i muli e soprattutto in vicinanza alle Cordigliere, ove alcuni proprietarii ne possedono sino a quattromila; si calcola da sessanta ad ottantamila il numero di quelli che vengono ogni anno spediti al Perù. Il capitano Giovanni de Salazar diede nel 154-6 alla città dell’Assunzione sette vacche ed un toro. Ecco l’origine di tutte le gregge del Paraguay. Essi sonsi siffattamente moltiplicati, che in passato, secondo Dobrizhofl'er, i viaggiatori che attraversavano le pianure spedivano innanzi a sè alcuni cavalieri per cacciare i buoi selvatici e tendere Utero il passaggio. Attualmente, die'egli, un bove grasso si vende fra gl’ indiani per due fiorini, e meno di quattro Ira gli spagnuoli. I grandi proprietarii hanno man-