DELL’ AMERICA
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rebbero con facilità dei tesori spediti annualmente dal Chili per al Perù, e da Lima e Guayaquil per a Panamà, c così pure dei due gaiioni d’Acapulco. Cafferes promise d’ingaggiare in Olanda alcuni di que’marinai che aveano accompagnato Brouwer nella sua spedizione contra Valdi-via; ma quest’intrapresa offerendo difficoltà troppo grandi, il governo dovette rinunciarvi (i).
    Dopo aver governato il Chili durante sei anni, Bay-des fu richiamato dalla corte che elesse in suo luogo don Martino Muxica. Questo governatore riuscì a mantenere la pace cogli araucaniesi; ma il suo successore don Antonio Acugna fu meno felice. Le ostilità ricominciarono sotto di questo per motivi che gli storici hanno passato sotto silenzio.
    i655. Clentaru toqui ereditario di Lavquen Mapu segnalò la sua prima campagna colla disiata completa dell’ esercito spagnuolo e colla presa dei forti d’Arauco, Colcu-ra, San Pedro Talcamavida e San Rosendo. L’alino seguente ( 1656) il generale araucaniese passò il Biobio, sconfisse Acugna nella pianura d’Yumbel, distrusse i forti di San Cristoforo e di Estaucia del Rey, ed abbruciò la città di Chillan. Questa guerra, i di cui eventi sono poco conosciuti, si prolungò per lo spazio di dieci anni, sotto l’amministrazione d’Acugna, di don Pietro Portei, di Casanate e di don Francesco Mencses ch’ebbe la gloria nell’anno 1665 di porvi fine.
    « Mi duole, » dice Molina (che noi abbiamo quasi sempre seguito per quest’ultime campagne), « di non aver » potuto procurarmi materiali per completare questa parte » del mio lavoro. Le memorie di cui mi sono sin qui ser-» vito finiscono a quest’epoca. 1 successi di Clentaru sono » in conseguenza narrati imperfettamente. »
     Avendo Meneses, portoghese di nascita, voluto sposare la figlia del marchese della Pica senza riguardo all’opposizione dell’udienza regale, la corte di Spagna fece partire il marchese di Narvamorquende per comporre il dissidio. Questi spedì Meneses al Perù e prese il suo luogo. Dopo di lui il Chili fu governato da don Miguel Silva, don Jose
      (i)	Thurlot*’s State Papers, voi IV, pag. 6a e 63.