fp CRONOLOGIA STORICA Avendo frattanto il governatore scelto i luoghi più favorevoli alla costruzione delle nuove città, diede ordine di cominciarne i lavori e spedi a quest’ uopo sovra diversi punti una grande quantità di ferro lavorato, provvigioni e bestie da tiro per trasportare il necessario legname. Gli araucaniesi, giusta il concertato piano, non procedettero al-1’ opera che lentamente, ciò che decise il quartiermastro Cabrillo a recarsi sui luoghi con varie compagnie di soldati. Incaricò il sergente maggiore Rivera di sopravveg-ghiare alle costruzioni di Nininco ed il capitano Burgoa a quelle di un’ altra città sulle sponde del Biobio. Ma gli araucaniesi ricorsi alle armi uccisero i loro sopravveglianti, e vennero in numero di cinquecento sotto gli ordini del loro toqui ad assediare il quartiermastro Cabrillo ne’ suoi accampamenti d’Angol. In questo frattempo il governatore conchiuse un’ alleanza coi pehuenchi che convennero di assalire gli araucaniesi sovra varii punti ad un tratto. Avvisato Curignancu del loro appressarsi si recò ad attenderli allo sbocco delle Ande, e piombato sovr’essi all’improvviso li battè compiutamente, e preso il lor generale Coligura e suo figlio li mise tutti e due a morte. Questa disfatta partorì una riconciliazione tra questi montanari e gli araucaniesi, cui assistettero nel progresso in tutte le loro spedizioni contra gli spagnuoli dei quali divennero i più implacabili nemici. Gonzaga assalito da qualche tempo da una cronica malattia morì il secondo anno della guerra, ed ebbe per successore don Francesco Saverio de Morales innalzato a quel posto dal viceré del Perù. Il più segnalato dei numerosi combattimenti dati durante questa guerra fu quello del 1773, in seguito al quale fu segnata la pace e furono ratificati i trattati di Quillen e Negrete nella città di Santiago, ove gli araucaniesi dovevano in seguito tenere un ministro residente. Questa guerra costò al tesoro ed ai particolari la somma di un milione settecentomila dollari. Alla morte di Gonzaga fu spedito per governare il Chili don Agostino Iauregui e dopo di esso don Ambrogio Benavides. Avendo gli spagnuoli rinunziato con questi trattati a-gli stabilimenti che possedevano sul territorio araucaniese