DEI RE DI FRANCIA 47 una minorazione di sci milioni ottocentottantacinquemila ccntoquarantasette franchi sulla contribuzione fondiaria del 1819; minorazione soltanto interinale, non dovendo essere sistemata definitivamènte che nella prossima tornata. La legge applicava specialmente al servigio del debito costituito e delF ammortizzazione i prodotti netti del registro, bollo, regalie, foreste, dogane e dazii sul sale; destinato il di più degli introiti del 1819 a coprire il difetto esistente al i.°aprilc i8i4; finalmente la legge vietava qualunque altra contribuzione diretta o indiretta fuori di quelle eli’essa autorizzava 0 conservava. Si è veduto che all’ epoca dei tumulti scoppiati alla scuola di diritto in Parigi, Bavoux, professore di procedura criminale, e parecchi allievi furono arrestati. Un decreto della corte reale, pronunciato poco dopo, trasse Bavoux dinanzi la corte d’assise del dipartimento della Senna, e dinanzi al tribunale di polizia correzionale dello stesso dipartimento due studenti arrestati, Adolfo Armand e Anatolio Chavclct. Il i.° di agosto fu pronunciato sul professore, imputato di aver suscitati gli applausi de’suoi allievi; di aver sviluppato dalla cattedra principii contrarii al codice penale; di avere occasionato i disordini avvenuti il 29 giugno. La deposizione di parecchi allievi giustificò Bavoux dalla prima accusa; delle altre purgavasi egli, esponendo dinanzi la corte i principii da lui professati, e attribuendo il tumulto che per un momento avea turbato la tranquillità pubblica all’arrivo del decano Delvincourt, non che all’ ordine dato dallo stesso che avesse a provvisoriamente cessare dalle sue funzioni. Dupin, difensore di Bavoux, lagnavasi della forma in cui crasi eseguita la perquisizione dei manoscritti del suo cliente, e della torta interpretazione data alle cancellature rinvenutevi. La corte, consultato il giuri sulla quistione di colpabilità del professore, la risolse negativamente, e Bavoux venne assolto. Si giudicarono due giorni dopo gli allievi Ar-mand e Chavelet: il primo fu convinto di avere insultato un commissario di polizia, ma avendo il difensore dei due scolari fatto osservare al tribunale correzionale che il miglior mezzo per ¡spegnere la rimembranza dei disordini di quella scuola era il rimandarli assolti, fu dal tribunale pronunciala sull'istante la loro liberazione.