CRONOLOGIA STORICA ccl acciecava ogni mente. Giunse fortunatamente un distao* camento di gendarmeria, e cessarono gli alterchi. Gli studenti riunitisi fra loro fecero sentir di nuovo le grida di / iva la carta. Tale tumulto avvenne alla presenza stessa delle pattuglie della guardia regia, che scorrevano il luogo in tutti i sensi. In quell’istante una guardia regia, stata apparentemente provocata, lasciò andare un colpo di fucile clic stese a terra uno di que’ giovinastri, di nome Lallemand, e portato a casa, vi mori due ore dopo. Il qual funesto casa pose fine alle sediziose scorrerie in massa degli studenti. Nell’ indomane videsi affissa su tutti i muri della capitale un’ordinanza di polizia che proibiva gli attruppamenti anche di tre sole persone. L’ autorità giudiciaria istituì due processi, l’uno sulla morte del giovine Lallemand che aveva ventitré anni; l’altro sul reclamo fatto dai deputati inseguiti e minacciati il giorno innanzi. La giornata fu tranquilla a malgrado l’indignazione destata nella gioventù dall azione della guardia regia; la quale venne il giorno a8 ottobre successivo giudicata da un consiglio di guerra, c dichiarata non colpevole ad unanimità. Il 5 giugno di bel mattino numerosi cartelli si trovarono affissi sulle muraglie delle scuole di medicina e di diritto, invitanti tutti i giovani a raccogliersi per vendicare la morte del loro camerata Lallemand. Eransi prese rigorose misure per mantenere la tranquillità pubblica, e stato posto, alla testa della forza armata il maresciallo duca di Taranto, il quale avea stabilito il suo quartier generale al castello delle Tuillerie ed appostate truppe di linea e di gendarmeria sulla spianata degl’invalidi, ai campi elisi e in tutti i luoghi ove si credette neccessario; finalmente raddoppiati tutti i posti, e sparsi ovunque agenti di polizia. Vediamo 9ra quanto avvenisse nella camera elettorale. Finita che fu la lettura del processo verbale, Camillo Iordan, salito alla tribuna, pronunciò un discorso in cui ricordava le scene di disordine del giorno innanzi: espose essere stati ingiuriati alcuni deputati, inseguiti e persino battuti da gente sediziosa; disse che gli uomini che àveano potuto condursi a simili eccessi contra i rappresentanti della nazione non erano gente del popolo, portando vestiti che annunciavano il loro stato, comodo e la lor condizione; confessò aver l’autorità prese