iao CRONOLOGIA STORICA generale ribelle, il qual vide alle porte di Tbouars sentinelle con coccarda bianca, si die’alla iuga, stimandosi pur fortunato di poter loro sottrarsi co1 suoi. Tosto si operarono numerosi arresti a Saumur, Tbouars e luoghi circostanti. Parecchi dei principali complici di Berton si diressero prontamente verso la spiaggia del mare, ove riuscì loro imbarcarsi per la Spagna. Quanto al capo dei ribelli, sia non avesse per anco perduta la speranza di ricominciare con maggior buon successo la sua detestabile impresa, sia che trattenuto da un sentimento onorato abbia concepito l’idea di portarsi a liberar i suoi compagni arrestati, non sicuro punto di abbandonare la Francia, e sotto diversi trasvestimenti si mise a vagare nei dipartimenti Deux-Sévres, Charente Inferiore, Maine e Loire. La nuova dell’attacco di Berton contra Saumur non fece in niun luogo tanta impressione quanta nella capitale, ove esaltò molto gli spiriti. Tenevasi allora una missione alla chiesa dei Padri Minori, c que’pii ed intrepidi ecclesiastici che vi si occupavano zelantemente furono per parecchi giorni molestati ed anche insultati nelle loro apostoliche fatiche. Ogni sera numerosa folla, la più parte composta di giovinastri, raccoglievasi intorno la chiesa, e a fronte dei distaccamenti di gendarmeria inviati a proteggere i missionarii, mandavano incessanti grida tumultuose. La forza pubblica si diportò da prima colla maggior moderazione per dissipare gli attruppamenti; ma allorché vide che gli ammutinati nulla dimettevano di loro audacia ed insolenza, e che si addentravano persino nella chiesa per lanciarvi petardi, si armò di rigore e chiuse loro ogni accesso nei dintorni. Il 28 febbraio dalle otto alle nove di sera, due deputati noti per la violenza ed opposizione dei lor sentimenti, de Marcay e de Corcelles, si recarono sul luogo degli attruppamenti. Alcuni distaccamenti chiudevano la via dei Padri Minori; e i riottosi voleano ciò malgrado entrarvi sotto varii pretesti, ma vennero respinti, ed avendo insistito si arrestarono e condussero ad un corpo di guardia, ove furono tenuti sino alle ore undici, sebbene avessero fatto conoscere la lor condizione e invocata l’inviolabilità di lor persone. All’indomani essi fulminarono la camera de’deputati, lagnandosi vivamente della violenza ricevuta e chiedendone vendetta. Parecchi