64 CRONOLOGIA STORICA presso la giovine e sventurata vedova, il cui profondo dolore avea bisogno delle sue consolazioni. L’ufficio fu celebrato dall’arcivescovo di Parigi, e il suo coadiutore, de Quelen, ne pronunciò l’orazione funebre, che durò per un’ora e mezzo. Allorché fu aperta la fossa destinata a ricevere i resti mortali del duca di Berry, madama la duchessa d’Angou-léme cedette alla forza del dolore, si senti male, e venne sul-l’istante trasferita al quartiere delle guardie del corpo. Intanto terminata la ceremonia, un araldo ne fece l’annunzio con queste parole: Il duca di Berry è morlo. Nel ritornare a Parigi il re e i membri della reale famiglia ebbero prova che il popolo era a parte della loro tristezza ed afflizione. Si trasferirono a Lilla i visceri del duca di Berry, come egli stesso avea ordinato per testificare a quegli abitanti la sua riconoscenza dell’ affetto che gli aveano mostrato durante il soggiorno da lui fatto presso di essi. Il suo cuore rimase deposto nella reai chiesa di San Dionigi sino a che fosse pronto ad accoglierlo l’ospizio che erigevasi a Rosni. Erasi sino dal i4 febbraro aperta una soscrizione il cui prodotto destinato ad erigere un monumento al duca di Berry, e sul finir dell’anno aveasi già raccolta una somma di oltre 5oo,ooo franchi. Il monumento non è ancora innalzato, ma si spera lo sarà in breve. Per parecchi giorni giunsero da tutti i punti del regno commoventi addrizzi in cui scorgevasi profondamente impresso il dolore ispirato dall’omicidio del duca di Berry; addrizzi che non ebbero bisogno delle sollecitazioni delle autorità, e che rendevano luminosa testimonianza del vivo e sincero amore che la Francia ha sempre nudrito pei suoi re. Il 26 marzo il re sanzionò la prima legge di eccezione presentata alle camere in occasione dell’attentato di Louvel. In virtù di essa legge ogni individuo prevenuto di cospirazioni 0 macchinazioni contra la persona del re, la sicurezza dello stato e le persone della famiglia regia, potea essere arrestato e detenuto senza esser tradotto dinanzi i tribunali. L’ordine dell’arresto dovea essere deliberato nel consiglio dei ministri, sottoscritto da tre di essi, e comunicato al prevenuto al momento del suo arresto. Entro le ventiquattro ore dovea essere interrogato dal procuratore del re, che stendeva processo verbale delle sue risposte, riceveva i