CRONOLOGIA STORICA imminente la guerra; e quindi, entrando nelle viste del governo, propose in nome della commissione unanime l’adozione del progetto. Il suo discorso decisivo fu sovente interrotto dai mormorii e interpeilazioni della sinistra. Tutti gli oratori di questo partito si fecero inscrivere per combatter la legge, e, a malgrado la domanda di uno di essi, Casimiro Perrier, di rimettere la discussione dopo l’altra sulla legge dei conti, di cui secondo lui quel progetto non era che una conseguenza, si appuntò la discussione pel i/\ febbraro. L’aprì Royer-Collard, esaminando successivamente se la guerra per cui chiedevansi sussidii fosse giusta, necessaria e vantaggiosa alla nazione. Sembravagli esservi qualche cosa di più funesto della guerra nello seopo dichiarato di dettar leggi alla Spagnare darle a legislatore il potere assoluto. Nel combattere il principio che ravvisava sorgere dai motivi d’intervento, principio che dichiarava essere i governi i soli aventi diritti naturali, eterni, imprescrittibili, di origine non terrena, e al contrario i popoli non aver che diritti acquisiti e concessi dai governi, egli invocava tutta la nostra storia che rigetta simile dottrina, terminando coll’accusare della prima idea della guerra un partito o sistema, che, di-cea egli, non avea mai concepito la ristaurazione se non come un castigo. La Bourdonnaye era convinto della necessità della guerra, ma accusava i ministri di non volerla francamente, e temeva il cattivo uso dei sussidii che loro accorderebbe. Alessandro de La Borde, altro deputato, parlando del carattere degli Spagnuoli, bene esperimcntato nell’ultima lotta, del clima, della difficoltà delle comunicazioni, e del- 1 insufficienza dei prodotti per la sussistenza dell’ armata, ne dcduceva la conseguenza dell’impossibilità del successo. Considerava l’enormi spese che seco traeva la guerra, giacché facea duopo, oltre l’armata della Fede, pagare tutto il nuovo governo, e formare per così dire un secondo preventivo. Vedea languire l’industria, il ribasso e discredito degli filetti pubblici, nè sapea concepir ragioni abbastanza imperiose per motivare un’ impresa che gli sembrava tanto funesta. Gli altri oratori dell’opposizione presentavano tutte queste ragioni sotto mille forme diverse. Gli uni voleano vedere