4o CRONOLOGIA STORICA il diritto di conciliare gl’interessi dello stato e i diritti del trono. Terminato appena questo discorso, parecchi oratori della sinistra si lanciarono alla tribuna per rispondere a Cot-ton. Caumartin ebbe la parola: egli commisero la sorte de-* gli esiliati, dipinse le sciagure che li perseguitavano in terre straniere; sostenne che rivolgere al re preghiere in loro favore, non fosse contrariare le sue intenzioni, giacché nel risalire sul trono de’suoi padri avea, ad esempio dello sfortunato di lui fratello, proclamato il perdono e l’obblio di tutti gli errori, di tutti i trascorsi ; e terminava coll’opporsi all’ordine del giorno, e chiedere si lasciasse al re la scelta delle misure cui convenisse adottare rapporto ai banditi. Gli succedette alla tribuna de Serre, e pronunciò discorso cosi energico, sull’inconvenienza e il pericolo di richiamarci banditi quando era stata solennemente pronunciata la loro sentenza, lo che porterebbe certamente ingiuria alla dignità regia agli occhi della Francia e dell’Europa intera, che l’ordine del giorno all’ istante fu adottato a grandissima maggioranza. Tutta la Francia risuonò di quella parola no« inai applicata ai banditi che fu dal guardasigilli pronunciata con l’accento della più profonda energia. Parecchi deputati del Iato sinistro esternarono la loro opinione sulla domanda che era già stata allora risolta. Quella di Bignon produsse vivissima impressione per una specie di accusa di cui aggravava il governo : » Esiste ancora, diss’ egli, un argomento a favor dei banditi che una deplorabile fatalità soltanto mi ha impedito di produrre in grande e funesta circostanza; un argomento terribile che temo di far risentire dall’alto di questa tribuna, e credo meglio dover tacere per interesse del governo. . . . Ma mi arresto, chè la freccia scoccata una volta non più ritorna indietro. M’astengo dall’usar oggidì di un’arma così pericolosa, nè l’adoprerò in avvenire se non in quanto me ne facesse un rigoroso dovere l’invincibile ostinazione del ministero ». Un mese dopo, nella sessione del 19 giugno, allorché discutevasi sull’uso del patrimonio straordinario, venne vivamente sollecitato Bignon da de Caztes e de Serre in nome del governo a spiegarsi sotto pena di passare per calunniatore; ma se ne dispensò il deputato col pretesto che le sue rivelazioni non ancora potrebbero esser utili al governo, nè gervire alla causa degli sfortunati banditi; aggiua-