DEI RE D’INGHILTERRA /}<)3 gente un addrizzo di felicitazione per essere sortito salvo dall’assassinio contra lui intentato. All’indomane, votaronsi gli addrizzi in risposta al discorso del principe. Il 3 febbraro, le due camere ricevettero un messaggio del principe reggente, che avvertiva aver dato ordine di as-soggettar loro parecchie carte relative a brighe, assemblee e macchinazioni, tanto a Londra, che nelle provincie, il cui scopo evidente era quello di turbare la pubblica tranquillità, alienando dalla persona del re E afletto dei sudditi, e rendendo odioso e spregievole 1’ attuale sistema di governo. Queste carte erano raccomandate alla considerazione immediata e matura delle due camere. Dopo votato un messaggio di ringraziamento al principe reggente, le camere rimisero ciascuna ad un comitato secreto 1’ esame delle carte. Il 18 e 19, i comitati fecero il loro rapporto. Ne risultò che non solamente esistevano società e convegni, che aveano per iscopo di ottenere una riforma assoluta nel parlamento, ma che inoltre si occupavano di piani tendenti a mutare il governo. Le società di Londra, corrispondevano colle fdiali delle provincie. Asserivano i rapporti, esistere il progetto di dar fuoco, col mezzo d’improvviso scoppio nel cuor della notte, alle caserme, rompere i ponti e impadronirsi della torre di Londra. Di già i cospiratori aveano tentato di sapere il numero delle persone su cui potessero contare, mercè gli attruppamenti convocati a Spafìelds ed altrove. Mo-strossi alle camere il disegno di una macchina, destinata a render la cavalleria inutile in mezzo a quel sobbuglio. Aveano i congiurati preso per assisa, la coccarda ed il vessillo tricolore; doveano far uso di picche, di cui tenevano fabbriche in più siti, e milantavano ammontar già il loro numero a parecchie centinaia di migliaia. Ogni giorno crescevano le società rivoluzionarie, e si tenevano registri su cui inscri-vevansi i nomi di coloro, che ricusavano di esser loro socii. In alcuni cantoni, in cui ciascun villaggio teneva il suo club, tutti i membri riportavano una carta su cui leggevansi le parole: » Sii pronto, e fermo ». Terminavano i comitati col dire, che il governo non era più sicuro, a meno non si prendessero vigorose misure contra i nemici interni, che per tali così apertamente si dichiaravano.