DELL’ AMERICA canotti con ottanta uomini ed un buon numero di rematori indiani, entrarono in quel golfo il 29 settemhre, giorno di San Miguel, da cui gli diedero il nome. Àveano però appena abbandonata la spiaggia che il mare divenne furioso. Per impedire che i canotti si sommergessero, gl’ indiani li legarono con corde a due a due, ed a tre a tre, e giunti ad una piccola isola scesero a terra, legando i canotti alla punta degli scogli ed ai fusti degli arboscelli. Durante la notte l’isola fu sommersa e stettero nell’acqua sino alla cintola. II giorno appresso il mare si ritirò, ma i canotti erano stati spezzati o lessi in varii luoghi, e tutti erano ripieni di sabbia e d’acqua marina. La mancanza dei viveri rese tosto la loro situazione delle più critiche. In questo frangente, strapparono le corteccie degli arboscelli, e maceratele insieme ad alcun’erba, otturarono le fessure di que’canotti che non erano stati interamente spezzati. Spossati dal bisogno vi si imbarcarono per cercare in un angolo di quel golfo il signore d’una terra, chiamato Tu- 111 aco ; ma ricusando questi di riceverlo, Nunez diede ordine ai più robusti di assalirlo, ed assistiti dai cani affamati ne uccisero bentosto un gran numero, ferendo lo stesso cacico. Chiapes inviò alcuni de’suoi per avvisarlo della forza dei casigliani, ma Tumaco ricusò d’ascoltarli. Gli spedì Chiapes altri inviati per prevenirlo come amico che, se non si recava appo Nunez, non avrebbe potuto sfuggire dalle sue mani. Si decise allora il cacico a spedire il proprio figlio, a cui Nunez fece molte carezze, regalò una camicia ed altri oggetti e gli permise di ritornare appo il padre. 11 terzo giorno venne Tumaco con numeroso seguito, e Chiapes gli disse essere i castigliani stranieri ma buoni amici, e ragionevole cosa l’assisterli. Vinto Tumaco da quest’assicurazione, si raddolcì e fece venire un regalo che pesava seicenquattordici pcsos dell’oro il più stimato, du-cenquaranta grosse e belle perle e molte altre più piccole. Gl’indiani per estrarre le perle dai gusci li esponevano al fuoco, per cui la naturale loro bianchezza era d’assai deteriorata. I castigliani avendo loro insegnato il modo d’aprire i gusci, Tumaco spedì alcuni de’suoi per raccoglierne nuovamente ed in capo a quattro giorni ne recarono dodici marchi. Riseppe Nunez da questi due cacichi che alla di-