DELL’ AMERICA 385 Ji Quito. Vaili membri, scorgendo che le provincie vicine ricusavano di sostenerli, raccomandarono il ripristino del governo; ma vi si opposero Morales, Salinas e Quiroga, i quali non pensarono più che a levar truppe ed a raccogliere armi e munizioni per difendersi. Spedirono cenquattor-dici fucili e sei pezzi di cannone sulla strada di Pasto perchè servissero all’assalto di questa città, e chiamarono sotto le armi millecinquecento uomini di fanteria e centrenta di cavalleria nell’Otabalo, nell’Ibarra ed in varii altri pue-blos o villaggi. Il comando di queste forze fu dapprima affidato a don Francesco Javier Ascasubi col titolo di luogotenente-colonnello, e poco dopo ne fu nominato generale don Manuele Sombrano. Quest’ultimo, avendo riunito il suo piccolo esercito al pueblo di Fulcan, entrò sul territorio di Pasto, e s’avanzò sino al Rio Guaytara. La milizia di Pasto, comandata da don Gregorio Angulo, si avvicinò u-gualmente al ponte su questo fiume e si tenne Colà sulle difese, altrettanto facendo dal canto loro le truppe di Quito. Tal era la situazione degli alfari nei primi giorni di ottobre, allorché fu scoperta una congiura contra la giunta. Il comandante d’Alausl, don Antonio Pena, intercettò alcune lettere di don Pietro Calisto regidor di Quito nelle quali chiedeva soccorsi ad Aymerick per rovesciare il governo rivoluzionario. I corregidori di varie città si pronunziarono in favore dell’antico regime, cd il 9 ottobre ebbe luogo una contrarivoluzione in tutta la parte meridionale del regno. La giunta tenne tuttavia fermo quantunque varii membri fossero d’avviso dovess’essa cessare dalle sue funzioni, e tra gli altriv il presidente marchese di Selva Aiegre che si dimise dalla sua carica, e fu surrogato da don Giosuè Guerrero. Frattanto si riseppe a Quito la disfatta della spedizione contra Pasto; cenquaranta uomini, che difendevano la gola di Tunes con tre cannoni, quattordici fucili, alcune pistole e lancie, furono sorpresi da ducento nemici comandati da don Miguel Nieto Polo, i quali uccisero varii soldati e ne catturarono oltre a cento provvisti di arme e di munizioni; gli altri furono allora còlti da ter-ror panico, ed i regii l’inseguirono, li dispersero compiutamente e s’impadronirono del loro capo Ascasubi. In questa situazione di cose, la giunta credette dover T.° Xll.° P.r IH." 25