»4.0 CRONOLOGIA STORICA alla vela, scelto Francesco Pizarro per capitano d’un brigantino ed un valenziano per comandar l’altro. Lunge circa venti leghe dall’isola Fuerte un colpo di mare inghiottì l’ultimo in vista dell’altro, e Pizarro continuando il viaggio per a Cartagena, s’abbattè nel baccelliere Encise colà recatosi con una nave ed un brigantino portanti cen-cinquanta uomini, dodici giumenti, ed alcuni cavalli e porci. Encise lo costrinse a seguirlo ad Uraba; ma prima di abbandonare Cartagena, abbisognando rifornire d’acqua la nave e racconciare la barca, alcuni marinai scesero a terra, e gl’indiani credendoli delle truppe di Ojeda e di Nicuesa s’apparecchiavano ad assalirli; avendoli però l’interprete assicurati essere altre genti che non volevano molestarli, deposero gli archi e le freccie e recarono a’castigliani pane, mais, pesce salato ed una specie di liquore di cui facevano uso. Encise s’avviò allora ad Uraba sul brigantino di Francesco Pizarro, e frattanto all’ingresso del porto, la sua maggior nave arò sovra un banco nella punta orientale e perì coi cavalli e colle munizioni, avendo appena tempo l’equipaggio di salvarsi quasi nudo nella barca e nei brigantini. Vennero quindi ben presto a mancare i viveri e gli spagnuoli furono costretti a mangiare i noc-ciuoli di palma. Ma nella loro miseria trovarono un soccorso inaspettato: e fu questo alcune greggi di porci selvatici (pecari) proprii del paese, de’quali si nutrirono per alquanti giorni. Occorrendo però che si procurassero più sicure risorse, Encise uscì con un centinaio d’uomini, ed abbattutosi in tre indiani, scoccarono questi le loro freccie che ferirono altrettanti individui. I castigliani scorgendo che gl’indiani aveano abbruciato la fortezza e le trenta capanne che la circondavano, chiesero di abbandonare questa terra fatale. Vasco Nunez de Balboa dichiarò ad essi risovvenirsi che in un viaggio precedente effettuato in quei paraggi insieme a Rodrigo de Bastidas erano entrati in un golfo, e che sbarcati dal lato occidentale avevano scoperto un villaggio sulla sponda d’un vasto fiume, le di cui acque erano fresche, ed il paese vicino era sparso di città i di cui abitanti non facevano uso di freccie avvelenate. Questo racconto rianimò la speranza dei castigliani clic nc avverarono bentosto l’esattezza. Il fiume era