200 CRONOLOGIA STORICA accordata la luogotenenza della prima fortezza che costruirebbe, ed il permesso di prendere nelle isole Ispaniola, San Juan e Santiago (Giammaica), le genti ed il bestiame di cui abbisognasse, venendo nominato Giovanni de Ledesma a controllore della spedizione (i). Il consiglio del re occupossi pure nello stesso tempo del governo di Castillo dell’oro e della città di Panamà. Sovra domanda di Francesco de Lizaur, procuratore di quest’ultima, prescrisse a Pedrarias d’Avila di far coltivare le terre vicine, per tema che non soffrisse di carestia, ingiungendogli di agire con tutti i possibili riguardi verso Gii Gonsalez d’Avila, che apparecchiavasi ad intraprendere un viaggio di scoperta dal lato dell’ovest, nella speranza di rinvenire un passaggio per alle Molucche. Il consiglio investi Pedrarias del potere di dimettere quelli che maltrattassero gl’indiani, di levare contribuzioni sugli abitanti per costruire strade e ponti, e spedire procuratori in Castiglia. Allo scopo di favorire questa novella città il re ordinò che quelli che vi conducessero le loro mogli ed i loro figli, avrebbero il passaggio franco, non pagherebbero alcun’ imposizione nè sussidio, e gli ammalati poveri sarebbero curati nell’ospizio di Panamà. Promise ugualmente che il quinto spettante alla corona sarebbe accordato in premii agli abitanti che equipaggiassero navigli per ¡scoprire nuove terre dal lato dell’est, ai quali sarebbero forniti tutti i materiali necessarii alla riparazione dei bastimenti impiegati in questa navigazione. Furono proibite le tratte degli schiavi (csclavos ne-gros), siccome assai pregiudiziali agl’indiani, e venne promessa l’esenzione de’sussidii e delle imposizioni per dieci anni a quelli che porterebbero viveri a Castillo dell’ oro. Vennero a questa città confermati i limiti tracciati dal governatore, riservando nel centro uno spazio di tre leghe per ¡stabilirvi una borgata. Non si esigeva da quegli abitanti per dieci anni che il decimo dell’oro che avrebbono raccolto; autorizzandoli a trafficare cogl’indigeni, ed introducendo la moneta d’argento e di veglione (vellon) (2). (1) Errerà, dee. Ili, lib. I, cap. 14. (2) I castigliani aveano sin allora fatto uso di lamine d’oro sottilissime.