CRONOLOGIA STORICA esisteva ancora una intera, e la cima dell’altra era stata atterrata dalla folgore. Al piede di queste colonne offerivano i lor sacrifizi, e mangiavano vivi quelli de’ moscas che arrischiassero di fare quel pellegrinaggio (i). Questi popoli piangevano durante le ecclissi. Gl’indigeni di Guay-mi nella Terra Ferma riconoscevano un essere supremo, cui chiamavano Noncomala, creatore del cielo, della terra e della luce. Avevano pure divinità subalterne e rendevano un culto particolare al Dio Nubu, il di cui trono era collocato sovr’un alto monte. I vecchi, i cacichi e quei che dovevano offerirgli i voti della patria se gli avvicinavano un quarto di lega e gli altri si tenevano alla distanza di mezza lega. Si rinvennero idoli sovra varii punti di Popayan, ma nessun luogo od edificio consacrato al culto. I naturali aveano idee religiose di vario genere; gli uni credevano clic i loro padri resusciterebbero, gli altri che le loro anime passassero nel corpo de’loro figli. Si osservarono a Dogo-ta e Tunja templi nelle città e nelle campagne, e piccole cappelle od eremitaggi lungo le strade o nei boschi, ove facevansi offerte di legnami, acqua e fuoco. I sacrifizii umani non erano in uso se non riguardo ad alcuni giovani ragazzi presi in guerra ch’erario immolati nel tempio, in mezzo alle acclamazioni del popolo; e gli altri erano allevati nella casa del sole sino a che avessero raggiunto l’età virile. Ad esempio de’messicani, questi popoli strappavano il cuore alle vittime, riguardandolo come la più aggradevole offerta che potessero fare al loro Dio. Tributavano un culto particolare ad alcuni scogli di forma notevole, a’ quali offerivano oro. I principali erano quelli delle sponde del fiume Zarbico, chiamati Furatcna, che rassomigliavano a torri, e di cui chiamavano il più grande Tena o marito ed il più piccolo Fura o moglie. La nazione chiamata Fuquena o Tuijucna, e dagli spagnuoli Tinxaca, abitava sovr’alti monti che dominano un lago o palude (laguna de Tinxaca) nella provincia d’Ubate, ove trovavasi un’ (i) Zàmora, Historia de la province de San-Antonio* eccv pag. 267: Su adoratorio mas principal eran dos clevados pennassos en forma de hermosissimas columnas en cada una tendra de gruesso en sus cirnien-tos, corno un quarto del legna en circuito y de alto lh*an basta las nubes.