DELL’ AMERICA 73 Malgrado 1’ abbondanza del legname in quelle contrade i naturali dell’Orenoco, al dire di Humboldt, avevano al pari degli sciti assai di rado l’uso di bruciare i cadaveri, e non costruivano roghi che dopo la pugna. I parecas bruciarono nel 1748 non solamente i corpi dei tamanachi loro nemici, ma quelli pure dei loro camerati rimasti sul campo di battaglia. Nelle provincie di Paria e di Canogio ed appo i carias si conservavano i cadaveri disseccandoli mediante un lento fuoco, e si avviluppavano poscia di foglie d’alberi. Vasco Nunez trovò presso il cacico Comogro una sala interamente guernita di tali cadaveri. Pietro Martire, parlando degli abitanti del porto chiamato dappoi Santa Marta, riferisce che si conservavano colà le ceneri e le ossa dei cacichi, ora collocandole in urne di terra cotta colorata, ora facendole disseccare e ravvogliendole di stoffe di cotone arricchite di pagliette d’oro. Al dire d’Humboldt non si è trovata alcuna traccia di metalli preziosi nelle caverne che da’tempi più remoti servivano di sepoltura agli abitanti della Guiana. Da per tutto ove le roccie di granito non offrono di quelle grandi cavità dovute alla loro decomposizione od al collocamento dei massi, gl’indiani affidano i loro cadaveri alla terra. L’amaca (chinchorro), specie di rete nella quale il defunto riposava durante la vita, gli serve di feretro. Stringesi fortemente quella rete attorno al corpo, si scava un buco nella stessa capanna e vi si depone il defunto. Io non credo ch’esista alcun tumulo nella Guiana, e neppure nelle pianure del Cassiquiare e dell’ Essequebo. Se ne trovano però nelle foreste di Varinas tra Myagual ed il Cano de la Hacha, che nel paese si chiamano i serrillos de los ln-dios; e sono colline di forma conica formate di terra per mano d’uomini, c che probabilmente racchiudono delle ossa (1). La caverna d’Ataruipe, che s’apre sul pendio di un monte scosceso, ha servito di tomba ad una tribù oggidì (1) Vcggasi, Viaggio alle regioni equinoziali, lib. VI, cap. 17, e Iib. Vili, cap. 22.