DELL’ AMERICA millecinquecento uomini. 11 i.°gennaro i8i3assalse l’inimico a Cliiriguana, c lo mise in fuga, impadronendosi della sua artiglieria c di quattro bastimenti da guerra ch’erano stati colà introdotti, risalendo il Rio Cesar. Entrò poscia senza resistenza a l’uerto Reai e ad Ocana ove fu amichevolmente accolto dagli abitanti. Tale fu il risultato della campagna di Santa Marta : millecinquecento prigioni, cento pezzi di cannone, armi e munizioni d’ogni specie caddero in potere del governo di Cartagena; la navigazione della Magdalena fu riaperta ed il commercio dell’interno riattivato. 1 regii non occupavano più nella provincia di Santa Marta, che la valle di Dupar e la città de Rio Hacha, ove s’erano rinchiusi varii officiali intenzionati di continuare la guerra. Nel mezzodì della Nuova Granata Tacon, governatore di Popayan. tentò indarno nel 29 gennaro di prendere la città a’Iscuanda, mentre gl’independenti erano padroni di Tumaco, Barbacoas e del rimanente della spiaggia dell’ Oceano Pacifico; ma gli abitanti di Patia, incoraggiati dai preti, opponevano sempre un’ostinata resistenza. Tutta la popolazione maschile da Popayan a Suanambu era sotto le armi, e la capitale, ove si noveravano molti malcontenti, non era difesa che da circa trecento uomini comandati da don Giosuè Maria Cabal (1). Il coraggio degl’indepcnden-ti cominciava a risorgere; gli abitanti, sdegnati per la severità degli spagnuoli, raddoppiarono di sforzi per riconquistare la loro libertà. Don N. Narino, con un corpo levato nella provincia di Cumana, avea preso la città di Maturin, e rispinti gli spagnuoli in due successivi assalti, di cui l’ultimo era stato diretto da Monteverde in persona. Bolivar alla testa di un corpo delle truppe fornite dal congresso della Nuova Granata attraversò le Ande dirigendosi sovra Tunja e Pamplona, e si accostò al fiume Ta-chira. Il 28 febbraro una divisione spagnuola di ottocento uomini comandati da Correa ch’avea intrapreso di riconquistare il Venezuela, fu compiutamente disfatta da Bolivar sulle alture della città di San Giosuè de Cucuta, dopo un combattimento che durò quattro ore. Tutta l’artiglieria (1) Cabal avea in addietro professato la chimica a Parigi.