DEI RE DI P RUSSI A 399 Io stesso si fa di quelle a Ftugenwalde: il valore di queste merci bruciate oltrepassava uu milioni. 2 aprile. A Berlino s’ introduce per succedaneo del caffè una specie di fava di palude il cui uso si crede dover farsi quanto prima generale. 2° giugno. Vengono rimesse in vigore le leggi generali del paese risguardanti i rapporti tra i creditori ed i debitori, le quali erano state sospese; questa riattivazione del diritto comune è occasionata dai vari inconvenienti rbe derivavano dalla sua derogazione, tra cui l’abuso che potevano farne i debitori di mala fede per esimersi da pagamenti possibili ad eseguirsi. 24 giugno. Parte della città di Conisberga è per un incendio ridotta in cenere; e n’ è tanto forte la perdita che non basteranno venti anni a ripararla. 25 giugno. Vengono deposti nella tomba dei principi gli ossami del re Eric, rimasti senza feretro ili un sotterraneo a Rugenwalde nella Pomerania. Quel re dopo aver regnato per Io spazio di quarant’anni sui reami uniti della Danimarca, Norvegia e Svezia, avea passato gli ultimi venti anni di sua vi ta come duca di Pomerania a Rugenwalde e quivi era morto nel i4^9- * 29 giugno. Gli anabattisti s’impongono una contribuzione volontaria per far fronte ai bisogni dello stato, e pongono a disposizione del re la somma di diecimila talleri. 8 ottobre. Convenzione tra le corti di Prussia e di Sassonia per cui le merci fabbricate nella Prussia eh’erano proibite nella Sassonia, possono essere importate in quest’ultimo regno non che nel ducato di Varsavia. 28 ottobre. Qualunque proprietà privata nei casi di urgente necessità o di utilità generale dev’essere ceduta allo stato contro 1’ intero pagamento del suo valore da fissarsi col mezzo di esperti. 3 decembre. Il celebre poeta de Kleist e la signora Vogel, dopo essersi preparati alla morte per lo spazio di ventiquattro ore, orando, cantando e bevendo parecchie bottiglie di vino e di rlium e particolarmente trangugiando sino a i3 tazze di caffè, si recano sul ponte del Lago sacro, e siedono l’uno in faccia l'altro. De Kleist trae fuori