DELLE CITTA* ANSEATICHE 239 tori, ni per le operazioni del loro commercio. La stessa riduzione ebbe luogo per il commercio degli Anseatici in Lapponia, Islanda e Groenlandia, e nelle isole di Feroé e Setlandia che appartenevano al re di Danimarca. Gustavo Vasa, re di Svezia, non ebbe minor successo nell abbassare la lega; ne annullò i privilegi, e conchiuse cogli Inglesi un trattato di commercio che apriva ad essi tutti ì porti della Svezia, ammettendoveli a vantaggiose condizioni. Tutto cosi concorreva ad inaridire le antiche fonti dell’industria e dell’opulenza degli Anseatici. Il ré di Svezia essendosi reio pa'drone della Livonia, là pure perdettero i privilegi, ed il loro commercio*colla Russia ebbe sempre più a soffrire dalla concorrenza degli Olandesi e degli Inglesi. I membri della lega, vedendo finalmente prossima la sua caduta, annunziarono che il momento ne era giunto, allorché nel i63o, in una dieta generale convocata a Lubecca, la maggior parte delle città anseatiche non vi spedì i propri rappresentanti ciré per notificarvi solennemente la risoluzione presa di distaccarsi dalla lega. Allora la defezione della maggior parte degli associati non potendo più comparire dubbia, le città di Lubecca, Amburgo e Brema, ch’erano già fra esse legate da particolari convenzioni, si unirono di nuovo per la loro difesa e pel comune interesse del loro commercio; conservarouo il titolo di città anseatiche, ed in tale qualità pretesero di godere delle proprietà che avevano appartenuto alla lega, come le fabbriche denominate lo Slaliloff a Londra, I1 Osterhuys ad Anversa e quelle tutte di Berghen in Noo vegia. Mantennero pure il diritto 0 l’uso -di trattare in comune, sotto la denominazione di città anseatiche, colle potenze straniere, e di spedire in nome comune agenti o Consoli nelle città colle quali commerciavano per vegliare ai loro interessi ed attendile alla conservazione di qualche privilegio commerciale, di cui erasi ad esse lasciato il godimento. Così osservarono, per esempio, nel 1713, all’occasione del celebre trattato di Utrecht, conchiuso tra la Francia e l’Inghilterra. Nella capitolazione dell’imperatore Francesco I trovasi pure qualche disposizione in favore di queste tre città, e col trattato finale dell’indennità dell’impero, del 25 febbraro i8o3, il collegio delle città anseati-