478 CRONOLOGIA STORICA Da questa specie di oracolo si sentì prostrato il partito unitario, ma per moderare il trionfo dei partigiani del vecchio ordine^ aggiungeva Bonaparte : «Il rinunciare a tutti i privilegi è il primo vostro bisognose il vostro primo di-ritto. » Terminava la lettera col dichiarare che la Francia e la repubblica italiana non mai comporterebbero si stabilisse nella Svizzera un sistema favoreggiatore gl’interessi dei loro nemici. • Stapfer, ex ministro della repubblica elvetica, è incaricato di formare nel seno stesso della deputazione ossia consulta una commissione destinata a far conoscere al primo console i sentimenti ed i voti della nazione svizzera, proponendo per essa Ruttimann, Muller-Fricdberg, d’Aifry, Reinhard e Riilin. Il 12 viene ammessa all’udienza la deputazione svizzera nel castello di Saint-Cloud alla presenza dei commissari! francesi .summentovati, dei ministri e di parecchi generali. Bentosto i due partiti principali si accorsero di essere soppiantati da un terzo partito formatosi quasi a loro insaputa : si rinnovarono allora i dibattimenti che furono lunghissimi ed animatissimi per lo spazio di sei settimane. Il 24 gennaro i8o3 il primo console fece interpellar la consulta per la nomina de’coinmissarii d’ambi i partiti, ai quali di sua mano avrebbe egli consegnato un progetto di atto di mediazione cui avea già ordinato preparare e sul quale gli avrebbero comunicato le loro osservazioni ; e nel 29 li chiamò a'd una conferenza nel castello delle Tuil-lerie che durò oltre sette ore. Egli se ne costituì preside e li autorizzò a discutere liberamente. I deputiti rimasero di sovente Stupiti della perfetta cognizione da lui mostrata delle passate costituzioni della Svizzera e dei bisogni locali, e più ancora per l’arte che adoperava onde mascherare le sue viste personali sotto il velame di un vivo interessamento per la sorte della lor patria. Egli insistette sulla necessità di repristinare i cantoni democratici allo stata quo, sostenendo sarebbe crudeltà privar pastori confinati entro a monti del solo loro diletto, cioè delle assemblei popolari, dicendo pure (lo che lo riguardava più da