DELLE CITTA’ ANSEATICHE	289
La Francia vendicò bentosto l’insulto fatto ad uno de’suoi agenti diplomatici. Il celebre Giovanni Bart comparve all’ imboccatura dell’Elba, e fermò tutti ¡ navigli che ritornavano dalla pesca delia Groenlandia; dopo aver tassato i navigli
li	rilasciava, contentandosi di farne prigionieri i capitani, che condotti a Dunkerque non rieovrarono la libertà che facendo pagare dai Joro armatori il prezzo tassato pei navigli e pel carico. Qualche tempo dopo il senato fece arrestare il secretario dell’ inviato francese, e lo consegnò all’ elettore di Brandeburgo, che lo fece tradurre a Spandau ed indi a Vienna.
     1691.	Dopo la riforma, i ministri della nuova religione avevano conservato una gelosia di corpo contra il senato che aveva coraggiosain<yite resistito alle ambiziose lor mire: volevano essi formare un terzo stato intermedio fra
il	senato e la cittadinanza, e per raggiungere questo scopo avevano proposto un concistoro di varii membri del loro corpo, davanti a cui fossero trattati tutti gli affari della chiesa e della religione, fra i quali si avessero a comprendere gli incesti, gii adulteri!, i divurzii, i concubinati ed altri delitti o dissolutezze contrarie al buon costume. Il senato, di concerto colla parte più illuminata dei cittadini, si era costantemente opposto a questi progetti di nuova giurisdizione di dominio ecclesiastico. L’opposizione inasprì i ministri, i quali fecero sovente rimbombare i pergami evangelici delle espressioni del loro risentimento e del loro odio.
I	pastori luterani erano allora divisi dalla quistioire dell’ eccellenza del dogma sulla pratica; l’un d’essi, Meyer, sofista astuto ed insinuante, si era dichiarato per il dogma;
il	ministero fu radunato per decidere sulle differenze insorte a questo proposito, e Meyer presentò all’accettazione dei membri del clero unito una forinola di unione. Orbio, pastore tranquillo e pio, non volle segnare quest’atto, che considerava nelle sue conseguenze come un atto di proscrizione.
II	senato fu pure di questo parere, e si opppse alla segnatura dell’atto di unione.
     1692.	La città conchiuse col re di Danimarca un trattato che confermava in ogni sua parte l’accordo di Pinne-berga: tutti i lagni particolari che non concernevano punto i diritti ereditarii della casa di Olstein erano aboliti; i
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