DELLE CITTA’ ANSEATICHE culto degli dei ed ancora rivariti dai cristiani die non avevano interamente dissipato tutte le illusioni del paganesimo. Fondò un collegio di dodici ecclesiastici , scelti fra i più distinti della città, affrancandoli dalle regole monastiche e sottomettendoli soltanto all’osservanza dei canoni, da cui presero noine di canonici. Le loro occupazioni principali erano l’assistenza al servizio divino, la predicazione e l’educazione della gioventù. L’uno di essi era alla testa della scuola, e questa dignità, che lo distingueva dagli altri canonici, si è conservata nei capitoli cattedrali, nei quali l’ecclesiastico investito porta il titolo di scoliaste. I canonici abitavano e mangiavano coll’ arcivescovo, come ai tempi di sant’ Agostino. Questo prelato generoso, benefico, i di cui lumi erano superiori a quelli del suo secolo e del suo paese, morì nel 1029, seco portando il rammarico di tutti'gli abitanti di Amburgo. 1 suoi duo immediati successori non si mostrarono gelosi di seguire le sue tracce; ma Bezelino Alebrando, canouico di Colonia, eletto nel io35 a quella . sede arciepiscopale, stabilì la sua residenza ad Amburgo, vi fece ricostruire con maggior interna eleganza la chiesa cattedrale , e costruire un forte che potesse servire di rifugio agli abitantiyn caso di assalto. Morì nel io43, ed ebbe a successore Adalbetto I. Questo prelato, distinto per la nascita e pei talenti, era di un carattere altiero; lottò continuamente col duca Bernardo II, e nulla risparmiò per rendere la chiesa di Amburgo independente dalla dominazione di quel principe. Godeva molto favore appresso l’imperatore Enrico HI, che accompagnò nelle sue differenti campagne in Ungheria, in Fiandra ed in Italia. Nel 1046, avrebbe potuto diventar papa; ma avendo già conceputo il piano di un patriarcato del nor^, era fortemente attaccato all’esecuzione di questo progetto. Nel io5o, l’imperatore, cedendo ai desiderii di Adalberto, si portò a Brema nella maggior pompa, ma nell’ andare a Lismotia fu assalito dalle genti che aveva appostato il conte Dietmar, fratello del duca Bernardo; l’imperatore domandò ragione a quest’ultimo dell’affronto, e l’affare venne, giusta Fuso di quel tempo, terminato con un duello sostenuto da due campioni rispettivamente nominati dall’imperatore e dal duca; qticllo