DEGL’ IMPERATORI D’ OCCIDENTE i. 7 deciso da (¡uè’ padri e da c/ue’luminari dell’impero/ così li appella la Bolla di elezione paragonandoli ai sette candelabri mistici dell’Apocalisse; lo che sembra indicare che sin d’allora il loro numero era fissato a sette (Pfeflel). Federico volle pure provederc allo stabilimento di Enzio figlio suo naturale. Dopo averlo sposato ad Adelaide figlia di uno dei giudici 0 principi di Sardegna, lo creò nel 1228 a re di quell’isola (Muratori). Il papa reclamò contra tale disposizione, pretendendo appartenesse la Sardegna alla Santa Sede. Federico sostenne quanto aveva operato, quindi fu scomunicato di nuovo da Gregorio il 24 marzo I23g che fece poi offerir la corona imperiale a Luigi re di Francia per mezzo del conte Roberto suo fratello; ma per consiglio de’ baroni di Francia fu ricusata P offerta. Frattanto l’imperatore continuava la guerra in Italia. Egli passò l’intero inverno nella Toscana, tutte le cui città, eccettuata la sola Firenze, a lui si sottomisero volontarie. Suo figlio Enzio faceva gli stessi avanzamenti nella marca d’Ancona. L’anno 1240 nel mese di febbraio entrò l’imperatore nel ducato di Spoletti e di là si avanzò sino a noma senza incontrare inciampi. I Romani, i primarii d.ei quali già secolui d’intelligenza, erano disposti ad arrendersi piuttosto che sostenere un assedio. In tali strettezze il papa accennò una processione generale in cui portar fece i corpi dei santi Apostoli, e pubblicò al tempo stesso contra Federico una crociata. Questa pietosa cerimonia intenerì i cuori e riaccese il coraggio dei Romani. Essi presero a gara la croce tanto laici che ecclesiastici, tutti risoluti di sacrificare la loro vita in difesa del papa e di Roma. L’imperatore che non si aspettava una tale risoluzione, passò nella Puglia per levarvi uomini e denaro. Dopo aver saccheggiato il territorio di Benevento e ordinato P assedio della città , con una contramarcia trasse in Romagna, prese Ravenna il 22 agosto ed assediò poscia Faenza che oppose lunga c vigorosa resistenza. Durante l’inverno difettando di denaro davanti a questa piazza, fece battere moneta di cuoio obbligandosi di ritirarla pel valor suo nominale, e mantenne la parola, avendo il suo tesoriere cangiata quella moneta in agastares d’oro, ciascuno del valsente di un fiorino d’oro ed un quarto. Finalmente il dì 14 o i5 aprile