DEGL’IMPERATORI D’OCCIDENTE 109 gnori che aveano voto nell’ elezioni, offerse d’ incorporare il regno di Sicilia coll’impero germanico, di erigere in signorie ereditarie e puramente allodiali tutti 1 feudi procedenti dalla sua corona, e di rinunciare allo spoglio dei chierici. Più di cinquanta principi eransi lasciati persuadere da tali offerte e il papa stesso pareva prestarsi con calore. Ma nulla potè vincere le opposizioni del duca di Sassonia e del margravio di Brandeburgo. Il papa profittò di questo incidente per ritirare l’assenso da lui dato a un progetto che avrebbe privato la Santa Sede del diritto di confermare l’elezioni degl’imperatori (Pfeffel) (V. Enrico re di Sicilia). FILIPPO di Svevia. L’anno 1198 FILIPPO, quinto figlio dell’imperatore Federico I, creato marchese di Toscana nel 1195 e duca di Svevia nel 1 196, era in cammino per raggiungere l’imperatore Enrico VI suo fratello in Sicilia quando intese la sua morte a Montefiascone presso Viterbo. A questa nuova egli volse strada per ritornare in Alemagna. Ma gl’ Italiani si vendicarono per via dei mali trattamenti ricevuti da suo fratello con diversi oltraggi che gli usarono a tale che corse più volte pericolo di vita c perdette alcuni dei suoi che vennero trucidati. Giunto oltre monti egli tenne a Jestershausen nella Turingia un’assemblea di signori, nella quale si fece conferire la reggenza dell’ impero e la tutela di suo nipote il giovine Federico di soli quattro •anni, eletto re dei Romani vivente suo padre. Ottenuto quest’articolo si sbracciò per farsi eleggere egli stesso re dei Romani sotto pretesto di dare alla sua reggenza maggiore autorità. Egli convocò quindi una nuova assemblea a Mulhausen nella Turingia, che fu più della prima numerosa, a cui intervennero l’arcivescovo di Treviri e quello di Magdeburgo con parecchi altri prelati, i duchi di Sassonia e di Baviera, molti conti ed altri signori che tutti si accordarono il venerdì 6 marzo 1198 a conferirgli la sovranità. Trattavasi dopo ciò d’ incoronarlo, ma P arcivescovo di Colonia cui spettava tal cerimonia, nemico di Filippo,