DEGL’IMPERATORI D’OCCIDENTE 99 perlaio si faceva coscienza Ji prendere assolutamente il titolo d’imperatore nelle sue carte. Egli appellasi semplice-mente per re o re dei Romani, eccettuato che nelle sue lettere agl’ imperatori di Costantinopoli in cui si chiama imperatore per trattar del pari con essoloro. Egli ora chiamasi Corrado li, ora Corrado III. Pretende Robertson, che sotto Corrado III siasi stabilita in Alemagna l’eredità dei feudi. Ma avvi prove somministrate da Pfcffel eh’essa era in vigore sino dal tempo dell’ imperatore Enrico IV. FEDERICO I cognominato BARBA-ROSSA. L’anno n5a FEDERICO, nato l’anno 1121 da Federico duca di Svevia nipote dell’ imperatore Corrado e da Giuditta figlia di Enrico il Nero duca di Baviera, era stato designato imperatore da Corrado stesso a pregiudizio di Federico suo proprio figlio, allora troppo giovine per esser rapace di governare. In conseguenza di tale disposizione egli fu eletto dai signori a Francfort il 4 marzo ii52, poscia incoronato il g del mese stesso (la domenica Laelare) ad Aix-la-Chapelle. Sono con quest’ epoca in accordo le Carte e servono a correggere alcuni autori, parte dei quali pongono l’incoronazione di Federico al ii5i, altri al 1153 e 115/{. Federico portò sul trono imperiale una smisurata ambizione con tutti i pregiudizii propri di tale passione. La sua chimera era di credersi il successore dei Cesari e di voler sul loro esmpio trattar tutti i principi della terra come suoi luogotenenti o vassalli. Soprattutto aspirava a soggiogare P Italia cui riguardava qual patrimonio degl’imperatori, e che ancora nella sua decadenza formava la più ricca parte del suo impero. Pieno di queste mire passò le Alpi nel mese di ottobre 1154 alla testa di poderoso esercito accompagnato da Enrico il Leone suo cugino duca di Baviera e di Sassonia. Dopo un soggiorno in Lombardia che fu funesto a parecchie città ribelli, si recò a Roma i cui abitanti non acconsentirono di aprirgli le porte se non a due condizioni: la prima di riconoscere il loro stato re-pubblicano-, la seconda di far lor dono di cinquemila marchi d’ argento in premio della sua ammissione entro le loro