DEGL’ IMPERATORI D’OCCIDENTE 77 la morte del conte Adalberto, Ottone II aveva aata la città con altri fondi al duca Enrico padre dell’imperatore Enrico II ; questi ne formò il vedovile della sua sposa Cunegonda e di concerto con lei ne impiegò le rendite nell’erezione del vescovato di Bamberga (Bolland. ad diem 14 jtd. p. j56 ». 11 ). Ma il vescovo di Wurtzburgo si oppose a tale fondazione che restringeva i limiti della sua diocesi. Per indennizzarlo, Enrico gli accordò cencinquanta famiglie di servi. Tale era allora in Germania e nel Nord la maniera di valutare i terreni. Specificavasi il valore della terra non dalla sua estensione ma dal numero dei lavoratori che vi erano addetti. Papa Giovanni XVIII non mostrò maggior disinteresse in questa occasione di quello avea fatto il vescovo di Wurtzburgo; poiché per confermare la fondazione pretese un annuo tributo di cento marchi d’argento ed un bel cavallo equipaggiato da guerra; tributo che cessò Panno io5a mercè la cessione della città di Benevento fatta da Enrico III alla Santa Sede. Enrico II non era disposto a lasciare Arduino nel godimento pacifico del regno di Lombardia. L’anno ioi3 egli passò di nuovo le Alpi e mise in fuga quell’ usurpatore che gli offerse inutilmente di consegnargli la corona mediante una semplice contea a cui si contentava. Enrico dopo aver festeggiato il Natale a Pavia, si diresse a Roma ed ivi fu incoronato imperatore in un a sua moglie il i4 febbraio 1 o 14, giorno di domenica, da Benedetto Vili da lui ristabilito sul suo seggio pontificio. Pretendesi a ciò che dice Pfeffel, che il globo imperiale che fa parte del tesoro dell’impero sia stato per la prima volta usato in tale consacrazione. Durante il suo soggiorno in Roma Enrico si accorse che non più cantavasi nella messa il simbolo e ne chiese la ragione ai sacerdoti. Gli risposero che 11011 essendo mai stata infetta d’eresia la chiesa romana, non facea duopo dichiarasse la sua fede col simbolo. Nulladiineno 1’ imperatore poco soddisfatto di questa risposta, persuase il papa a farlo recitare; questo è un fatto attestato da Bernone abate di Richenau quale testimonio oculare. E vero però che nei più antichi ordini romani pubblicati da Mabillon,si trova accennato il Credo per cantarsi dopo il Vangelo, lo che è testificalo da papa Leone HI e Giovanni Vili come pure dai