DEGL’ IMPERATORI D'OCCIDENTE 97 dogli arredi imperiali. Gertrude sposala a questo principe fu il solo frutto del matrimonio di Lotario con Richense o Richilde. unica figlia di Enrico il Grasso duca di Sassonia sul Weser e conte di Norlheim, da lui sposata nel iii3, moria il ?.4 novembre n4>5 giusta la Cronica manoscritta di Rolduc. Richense recò molte sostanze al suo sposo avendo Enrfco suo padre, perito l’anno 1 io3 per mano ilei suoi sudditi, ereditate tutte le terre della casa degli Ottoni (V. Lotario duca di ¡Sassonia ). Di sovente ne’diplomi Lotario s’intitola Lotharius tertius Romanorum rex, probabilmente a motivo di Lotario figlio di Ugo re di Provenza. Gl’Italiani spesso lo intitolano egualmente. Nella cronologia de’suoi diplomi ora 11011 tien conto che degli anni compiuti de’ sudi regni ed ora comprende 1’ anno in corso. Pretendesi ilie sotto il regno di Lotario siensi scoperte ad Amalfi le Pandette (V. intorno a ciò l’articolo di Ruggiero I re di Sicilia). CORRADO III. L’anno 1138 CORRADO duca di Franconia e della Francia renana, figlio di Federico di HohenstaufFen e di Agnese figlia dell’imperatore Enrico IV, nato Pannò 1093 o ioq4? fu eletto imperatore a mezza quaresima 1138 in una dieta tenutasi a Coblentz alla presenza e pei maneggi di Teoduino legato di Santa Sede clic lo incoronò il i3 marzo ad Aix-la-Chapelle. Enrico il Superbo duca di Baviera e di Sassonia e genero di Lotario voleva opporsi a quella elezione perchè non erano intervenuti gli stati di Sassonia nè quelli di Baviera; ricusò quindi di restituire gli arredi imperiali che aveva seco portato dall’Italia dopo la morte di Lotario ed egli stesso pretese all’impero dicendo. essere stato dall’ imperatore defunto designato a succedergli. Corrado il fe’porre al bando dell’impero e lo privò poscia de’suoi stati. Tale si fu, dice Muratori, la ricompensa dei servigi di Enrico. Da Junga pezza, soggiunge lo stesso autore, regnava tra la casa di questo principe e quella di Corrado un’emulazione donde scaturirono le tanto famose fazioni dei Guelfi e dei Gibellini che in T. VII. * 7