DEGÙ IMPERATORI D’ OCCIDENTE suoi amici non maltrattò mai se non sudditi ribèlli che non gli avrebbero fatto grazia se fosse caduto nelle lor mani. Fermo nelle avversità e senza confine in espedienti, egli seppe conservar maisempre la sua autorità a fronte di dieci scomuniche che il colpirono. 11 solo vizio di cui possa rimproverarsi con fondamento si è di essere stato don -naiuolo, giacché quanto alla taccia di empietà di cui lo si accusò , essa è cosi assurda che si distrugge da se medesima nè giova che a far palese l’eccesso dell’odio che taluni gli portavano. Federico prima di sua morte ricevette 1’ assoluzione e fu interrato a Montereale. Questo principe aveva regnato cinquantatre anni come re di Sicilia, tren-tacinque e cinque mesi meno dodici giorni come re dei Romani contati dal 25 luglio i2i5, trentanni e ventitré giorni come imperatore a contare dal 22 novembre 1220 epoca della sua incoronazione, finalmente venturi anno e nove mesi meno cinque giorni come re di Gerusalemme a contare dal giorno in cui s’incoronò da per se stesso. Per intendere le sue carte convien distinguere le quattro epoche de’suoi regni. Federico aveva sposato, 1. a Palermo Panno 1209 Costanza figlia di Alfonso II re di Aragona e vedova di Emerico re di Ungheria morta il 23 giugno 1212; 2.0 Panno 1225 Yolanda figlia di Giovanni di Brienne re di Gerusalemme morta nel 1228; 3.° il 20 luglio 1235 Isabella figlia di Giovanni re d’ Inghilterra morta il 10 dicembre 1241. Ebbe dal primo letto Enrico di cui si è parlato; dal secondo Corrado che segue; dal terzo Enrico re titolare di Gerusalemme morto nel 1254 , e Marglie- regnare e che non più soggiacque a contraddizioni il suo diritto al trono imperiale. La sua prima cura fu di adunare a Francfort una dieta, ove propose leggi savissime per ristabilire la pace in Alemagna in cui regnava l’anarchia con tutti i disordini che le son propri dal romper che fecero le querele tra il sacerdozio e l’impero. Ma i signori armati gli uni contro gli altri a favore dello scisma erano troppo animati dal desiderio di distruggersi a vicenda, per prestarsi alle mire del nuovo sovrano. Egli però non disperava di farvi