DEI RE D’UNGHERIA 221 abbandonò quasiché subito dopo aver fatto una tregua con Giovanna. Nel suo ritorno si diresse verso Roma in occasione del giubileo. 11 tribuno del popolo gli venne incontro a quattro miglia dalla città con cento dei primarii di Roma, vestiti tutti uniformemente di porpora e accompagnati da una musica formata di diversi istromenti. Egli trovò nell’attraversare la città tutte le strade coperte di arazzi (Script. Rerum Hung. T. I p. i85). L’anno 135(5 ricominciò la guerra contra i Veneziani, s’impadronì il 17 settembre i357 di Zara, e riunì poscia tutta la Dalmazia al suo dominio. L’ anno i36a marciò contra Strascimiro II re dei Bulgari che ricusava pagargli il tributo da lui imposto al re Alessandro suo padre, lo fece prigioniero in una battaglia e lo mise in libertà dodici giorni dopo (Ved. i re bulgari) e l’anno 1370 succedette a suo zio Casimiro re di Polonia. Morì Luigi a Tyrnau nella contea di Neitra 1’11 o 12 settembre i382 nell’anno cinquantesimosettimo dell’età sua e fu seppellito in mezzo ai compianti ed ai gemiti de’suoi sudditi nella chiesa di Alba-Reale. Questo principe aveva sposato, i.° Margherita figlia di Carlo di Lussemburgo marchese di Moravia morta senza figli; a.0 1’ anno 1363 Elisabetta figlia di Stefano ban di Bosnia e non di Bogislao duca di Pomerania come asseriscono parecchi moderni. Questo matrimonio fu celebrato a Cracovia il dì di carnovale a spese di Casimiro re di Polonia alla presenza dell’imperatore Carlo IV che aveva formato quel maritaggio, di Waldemaro III re di Danimarca e di Pietro re di Cipro non che di gran numero di signori. Da questo matrimonio uscirono tre figlie, Caterina morta l’anno 1876, Maria moglie di Sigismondo marchese di Brandeburgo, poscia imperatore, ed Edwige maritata a Jagellone duca di Lituania, poscia re di Polonia. Il re Luigi amava i letterati; conversava seco familiarmente e si compiaceva soprattutto ad investigare in loro compagnia la sorgente degli errori politici e i mezzi di provedervi. Lo stesso desiderio d’istruirsi lo portava di sovente a trasvestirsi da mercatante. Così confuso tra il popolo imparava delle verità che per ¡sventura dei re non giungono mai sino al trono; ed egli ne ricavava il vantaggio di conoscere ciò che si giudicava riprensibile nella sua condotta, di poter sollevare ì bisogni