DEI RE DI DANIMARCA 475 Canuto ordinò al principe di Rugen e al duca di Pome-rania di entrare in quel ducato per soltunietterlo alla sua corona. I due fratelli furono fatti prigioni e condotti al re chc divise tra essi il Mecklenburgo, e dopo averli obbligati a dargli giuramento di fedeltà come a loro sovrano, li congedò. L’anno 1192 Canuto die’ in isposa a Filippo Augusto re di Francia la propria sorella Ingeburge. Se si dà fede a Guglielmo di Neubridge, gli ambasciatori del monarca francese dichiararono a nome del loro signore che nulla altro egli pretendeva in dote dalla principessa, se non che gli venisse ceduto l’antico diritto che i re di Danimarca tenevano sull’Inghilterra, e gli si somministrasse un aiuto di vascelli per farlo valere. Ma i Danesi, aggiunge lo stesso storico, non volendo avvilupparsi in una guerra cogl’inglesi, preferirono di oiFerirgli per dote d’Ingeburge una somma in contanti, e Filippo il quale ardentemente anelava il possesso della principessa (passione che si dileguò ben presto) non ritardò ad accettarla a quel patto. L’anno stesso Canuto avendo conferito il ducato di Sleswick a Waldemar suo fratello, il vescovo di Sleswick di nome anch’egli Waldemar, figlio naturale di Canuto V, prese tale occasione per ribellarsi, pretendendo che non solamente a lui appartenesse quel ducato cui reggeva da parecchi anni, ma il regno pure di Danimarca. Adolfo duca di Holstein, Ottone II margravio di Brandeburgo e i vescovi di Norvegia dichiararonsi pel prelato e gli condussero truppe. Ma se ne ritornarono senz’aver fatto nulla per le saggie precauzioni prese da Canuto per porli nell’impotenza di avanzare e di agire. 11 vescovo di Sleswick fu arrestato per sorpresa l’anno seguente; lo che non impedì Adolfo di continuare la guerra. Essa gli divenne fatale essendo stato fatto prigioniero nel 1201 dopo aver perduto l’un dopo l’altro tutti i suoi stati (V. Adolfo III duca di Holstein). Il 21 marzo di quest’anno Canuto perdette il suo ministro Absalone arcivescovo di Lutiden. Questo prelato che la natura aveva formato per le più grandi imprese, fu ad un tempo gran politico, gran generale e grand’uomo di mare senza trascurare il reggimento della sua diocesi, la propagazione della fede nei paesi che conquistava e il mantenimento della religione nell’ interno del regno. Egli rese in Danimarca