IO CRONOLOGIA STORICA tato seguito tra lo stesso prelato e Guido cognominato l’Incatenato (Hist. de Bresse, pag. 49)- Non ci faremo qui a confutar Paradin che ci dà Renaldo II di Bauge per un conte di Macone. Il suo sbaglio è troppo evidente perchè abbisogni di essere chiarito. Renaldo, giusta Bugnon, fini i suoi giorni nel n 53 lasciando il figlio che segue. RENALDO III. L’anno 1153 RENALDO ereditò la signoria di Bauge per l’avvenuta morte di suo padre Renaldo II. Non la godette però pacificamente, giacché Girardo conte di iMacone e Stefano suo fratello unitisi contro lui con Umberto sire di Beaujeu e l’arcivescovo di Lione, raccolsero più manipoli di Brabanzoni, e condottili a Bresse la devastarono col ferro e col fuoco. Fu sì fatale per Renaldo l’esito di questa guerra che vi rimase prigioniero suo figlio Ulrico. Renaldo nella sua sciagura ricorse al re Luigi il Giovine invocando aiuto con lettera di cui abbiamo altrove dato in succinto il tenore, ma che giova di porla qui per esteso sotto gli occhi dei lettori. « Sire, dicea egli, attaccato come sono a vostra maestà coi » vincoli del sangue e di un’antica familiarità, credo dover r> farvi parte delle mie pene e dell’estremità deplorabile a » cui mi trovo ridotto, supplicandovi a voler sovvenirmi. » Girardo conte di Macone dimenticando i servigi impor-» tanti e moltiplici da me rendutigli, obliando l’affinità n che tra noi esiste pel matrimonio di sua figlia con mio » figlio, scordando finalmente il giuramento di fedeltà » fattomi, è venuto con Stefano suo fratello ed Umberto » di Beaujeu alla testa di ragguardevole esercito a piom-« bar sulla mia terra, ponendo tutto a fuoco e sangue, e n ciò che porta al colmo la mia desolazione, ha preso e » tratto prigione mio figlio Ulrico. L’odio eccessivo che ’» nutrono contra me questi confederati, sostenuti dall’ arsi civescovo di Lione, giunge sino a minacciarmi e van-» tarsi di spogliarmi interamente. Ricorro a voi dunque » che siete il mio signore e che mi onorate della vostra » benevolenza. Affrettatevi, ve ne scongiuro, di traimi dai-» la crudele situazione in cui mi trovo, e sovrattutto ordi-