DEI CONTI D’AUXERRE E DI TONNERRE 3a3 GIOVANNI IV di CIIALONS. L’anno i366 GIOVANNI, detto Esthier, figlio di Giovanni III, gli succedette nella contea d’Auxerre, cui reggevano insieme dacché era seco lui ritornato dalla prigionia. Egli fu uno dei più illustri guerrieri del suo tempo. Il 21 dicembre i363 cacciò dal forte dei Murs presso Cor-bcil una truppa di faziosi che di là infestavano il paese, ed avanzatosi poscia nella Beauce si unì ad altri capitani coi quali riportò parecchi vantaggi contra gl’ Inglesi. Nel 1364, mentre i cavalieri francesi stavano per dare la battaglia di Cocherei, ne affidarono il comando al conte d’Au-xerre pregandolo vivamente ad accettarlo. Conte d’Auxerre, gli dissero, voi siete il maggior possessore e il più nobile che (pii sia : quindi potete ben con ragione essere il nostro capo. Ma egli ricusò costantemente le loro istanze dicendo esser troppo giovine e gl’indusse a prendere per generale du Guesclin. Ma non perciò egli ebbe minor parte alla vittoria riportata dai Francesi in quella memoranda giornata, in cui il loro grido di guerra fu Nostra Dama d’Auxerre , seguita il 16 maggio nel giovedì dopo la Pentecoste. Poco stante egli trovossi all’assedio della Charité-sur-Loire, e il ig settembre dell’anno stesso comandò un’ala dell’esercito di Carlo di Blois alla battaglia di Aura], in cui perdette l’occhio sinistro per un colpo di spada che s insinuò attraverso l’apertura del suo elmo; locchè l'obbligò ad arrendersi al feritore. Benché suo padre, che ancor viveva, esercitasse la primaria autorità in Auxerre, la città prese tanta parte alla sua sciagura che si tassò per agevolare il suo riscatto. Quella di Tonnerre si unì a tale «•fletto con essa e contribuì coi borghi e villaggi della contea la somma di tremiladuecento lire, mercè le quali il conte riacquistò la sua libertà. Nel i36j il conte Giovanni IV incorse nella disgrazia del re Carlo V che lo fece rinchiudere al Louvre. Non è ben certo il motivo di tal punizione, ma incliniamo a credere con Golut essere stata una soddisfazione che il monarca credette dover dare al duca di Borgogna suo fratello pòi guasti commessi dal conte sulle sue terre. Anche l’abazia di Poutieres, di cui avea ceduto la