DEI DUCIII DI BORGOGNA 99 di Parigi il mese di settembre e levò il campo sul finire dello stesso mese: assediò Montlheri di cui si rese in breve signore, c si portò poscia ad investire Corbeil. L’8 ottobre diresse a tutte le città del regno una lettera, unendovi una dichiarazione del collegio dei cardinali che lo autorizzava ad impadronirsi del governo, incapace essendone il re per la sua malattia ed il delfino per la sua giovinezza. Con questa lettera le invita a inviar ciascuna due distinte persone per deliberare sui mezzi di ristabilire nello stato il buon ordine. Sul finir di ottobre levò l’assedio di Corbeil, e il 2 novembre si recò a Tours ad istanza della regina ivi relegata, e la pose in libertà. Ella seppe ben guiderdonarlo in seguito, e profittando delle patenti passate al consiglio del re che a lei conferivano il governo durante la malattia di quel principe, elesse il duca a governatore del regno con lettere date da Blois il 10 gennaio 1418 (N. S.). iN'el 26 aprile dell’anno stesso il duca ricevette a Digione i cardinali digli Ursini e di San-Marco incaricati da papa Martino V di procurare la pace del regno, li fece condurre a Brai e a Montereau in cui tenevansi conferenze, e partì tosto per Montbeliard ove doveva trovarsi il re dei Romani. Tutti i plenipotenziari dei due partiti si raccolsero il a3 maggio e convennero unanimemente in un trattato di pace esteso in otto articoli che furono letti e pubblicati a Saint-Maur-des-Fosses. Il contestabile d’Armagnac, capo del partito avverso al duca di Borgogna, si oppose alla pace; ma ebbe bentosto motivo di pentirsene. Il 29 maggio circa la mezza notte Guido di Bar bailo di Auxois, il sire di Chatelux e il signore dell’ lle-Adam, tutti e tre capitani addetti al duca di Borgogna, vennero introdotti in Parigi colle lor genti di arme. Inteso ciò dal duca a Montbeliard, si affrettò di recarsi a Parigi, e vi fece il suo ingresso colla regina il dì i4 luglio scendendo al palazzo Saint-Pol; fu dal re favorevolmente accolto e ridonato alla sua confidenza. Il 6 ottobre il re cassò con lettere-patenti quanto era stato fatto contra il dottore Giovanni Petit apologista del duca di Borgogna, e protestò contra le ambascerie inviate ih suo nome al concilio di Costanza e a quanto era stato praticato dal cardinale d’Ailli e dal cancelliere Gerson. Frattanto gl’Inglesi tenevano assediata da oltre sei mesi la città di Rouen e