DEI COlN'11 DI'SCIAMPAGNA E DI BLOIS 443 ad assediare Vitri, di cui si rese padrone per assalto e diè termine alla spedizione tornata assai funesta pel furore dei soldati che a sua insaputa appiccarono fuoco alla chiesa facendovi perire trecento persone che vi si erano ricoverate. Luigi ebbe tanto rammarico per tale disastro che non volle spinger più oltre la sua vendetta e se ne rifornò dopo aver latto presente della sua conquista a EudeArcambaldo figlio di Guglielmo di Sulli fratello di Tebaldo (Roberto du Moni). Nel n43 fece omaggio a Elide II duca di Borgogna, nel luogo detto il Ru d’Augustine tra Mussi-l’-Eveque e Cha-tillon-sulla-Senna, per la contea di Troyes ed altri feudi che dipendevano da quel ducato, cioè l’abazia di Saint-Germain d’Auxerre, la castellania di Saint-FIorentin, di Bar-sulla-Senna, la Ferté-Loupière, Chappcs, Plauci, Arcis-sull’-Aube, Isles, Rameru e Joigni (Perard, pag. 227, mss. de Bethune, voi. parte 8467 ), e 1’ anno stesso fece pace col re per la mediazione di San Bernardo. Nota il P. Mabillon, che tutti gli autori contemporanei fatino elogi sperticati di Tebaldo che ricevette particolarmente da San Bernardo parecchie lettere calde di affezione e di stima. Ad istanza di quel santo, Tebaldo terminò il monastero di Clairvaux cominciato dal conte Ugo , e le abazie di Pontigni, di Preulli ed altre, gli sono in debito della loro fondazione. Peraltro non può scusarsi questo principe per aver avuto parte quasi in tutte le leghe formate in Francia contro il re Luigi il Grosso, e meglio sarebbe stato a lodars^ se meno liberale colle chiese si fosse mostrato più sommesso al suo sovrano. Alberico monaco cisterciense lo accusa anche di aver usurpato i beni altrui ogni qualvolta gli parevano opportuni c di averli senza scrupolo trattenuti (ad ari. u43). Cara particolarmente è la sua memoria alla città di Troyes che gli deve i primi stabilimenti, le sue manifatture e il suo commercio. Fu egli che per comodità di que’manifatturieri divise la Senna in mille ramificazioni che irrigavano delle sue acque tutti gli opiiicii ; intrapresa, dice un illustre di quel paese, degna dell’ammirazione dei secoli più illuminati tanto pel suo scopo quanto considerata sotto il rapporto dell’ arte che presiedette a quella dotta ripartizione di cui si gode ancora oggidì. Morì Tebaldo l’8 gennaio ii52 (N. S.) c fu seppellito a Lagni-