DEI CONTI DI AUXERRE E DI NEVERS a63 so che da prode guerriero, lo che gli meritò, dice Orde-rico, il soprannome di Guillebecs. Nel n 47 Guglielmo accompagnò il re Luigi il Giovine a Terra-Santa in un a suo fratello Rinaldo conte di Tonnerre. Questi, come si dice al suo articolo, fu fatto prigioniero al principio dell’anno dopo nelle gole delle montagne di Laodicea, ove fu assai maltrattato dai Turchi il retroguardo francese; ma ebbe un gerente per le cose sue di qua del mare. Guglielmo al ritornare in Francia nel 1149 s’incaricò dell’amministrazione della contea di Tonnerre durante la cattività di suo fratello. Il conte Guglielmo ebbe con parecchi signori guerre assai vive, nelle quali gli giovò il soccorso di Poucio abate di Vezelai. Tosto che fu libero rinnovò in ¡scambio con quell’abazia le lagnanze di suo padre. Il re Luigi il Giovine, Eude duca di Borgogna e parecchi altri signori s’intromisero invano per molt’ anni per tentare un solido accomodamento tra le parti; chè Guglielmo persistette ostinato nelle sue pretensioni ingiuste, nè trascurò veruna occasione di farle valere. Nel ii5i dopo la morte di Ugo di Macone, vescovo d’Auxerre, egli volle disporre dell’elezione del suo successore, e impedì a Stefano abate di Rigni, eletto dalla più sana parte del clero, di salire sulla cattedra di quella chiesa. San Bernardo si dolse di tale violenza a papa Eugenio III, e questi escluse il personaggio favorito del conte e ordinò una nuova elezione, che cadde sovra Alaino abate di Larivour, diocesi di Tro-yes; lo che non era per nulla conforme ai voti del conte di Nevers. L’anno stesso o in quel torno Guglielmo fece un viaggio nella Spagna (Hist. Fisci, apud Bouquet, toni. Xll, pag. 320). Al suo ritorno vietò ai vassalli di esportare veruna derrata a Vezelai ; lo che avendo occasionato una carestia, sollevò gli abitanti contra l’abate. Questi allora prese il partito di recarsi a’ piedi di papa Eugenio a Roma. Ma prima di porsi in viaggio si recò al conte pregandolo sospendere ogni ostilità durante la sua assenza. Vi accou-senti il conte a condizione facesse entrare il papa nei suoi disegni, ch’erano sempre quelli di assoggettare alla propria giurisdizione l’abazia. Dichiaratosi altamente Eugenio con-