DEI: CONTI DI MAGONE 37 de richiedeva da Ottone. L’imperatore decise a favore del primo in confronto all’altro ch’era suo fratello, in guisa che con tale giudizio il conte di Borgogna, signore immediato del Maconese, dovea portarne l’omaggio al duca di Borgogna come di un sufl’eudo del suo ducato. 11 conte Guglielmo segnò qual testimonio e nella sola qualità di conte di Vienna il diploma fatto dall’imperatore su tale argomento dispacciare (V. Ottone I o II conte di Borgogna). Poco dopo Guglielmo accolse a Macone lo stesso Eude, allora duca di Borgogna, cli£_-w'si recò con numerosa comitiva, non si sa a quale proposito. Nel gennaio 1216 egli ratificò la convenzione fatta da suo padre col monastero di Cluni, riconoscendo essere stata sin allora male eseguita; e a riparare a. tale inésecuzione cedette a titolo d’indennità parecchi oggetti, tra cui principalmente l’esenzione dal diritto di pedaggio sulle sue tetre (Arch. de Cluni). L’abazia di Tournus ottenne da Guglielmo l’anno 1222 un consimile privilegio (Jtienili). Morì questo conte nel 1224 avendo avuto da Scolastica sua sposa, figlia di Enrico I conte di Sciampagna, tre figli e una figlia. I primi sono Girardo 11 premorto al padre, col quale avea esercitata 1’autorità comiziale per alcuni anni; Guglielmo decano di San-Stefano di Besanzone, ed Enrico signore di Montmorel morto a Ginevra nel 1233. La figlia, Beatrice, sposò Guglielmo d’Antigni signore di Pagni, il cui figlio Ugo prese il titolo di conte di Vienna. Mori Scolastica nel 1219, e fu seppellita all’abazia de Miroir presso Tour-nus, che il suo sposo scelse pure per luogo della, propria tumulazione. Abbiamo una sua lettera scritta a Bianca contessa di Sciampagna ed a suo figlio Tebaldo con cui loro partecipa di avere scelto a sua sepoltura 1’ abazia di Miroir legando ad essa, col consenso del suo sposo Guglielmo e de’suoi figli Girardo ed Enrico, l’annua somma di venti lire fondata sovra una di cenciuquanta che le apparteneva sulle fiere di Sciampagna. Questa lettera è in data 16 dicembre 1218, ed esiste in Martellile (Anecd., tom. I, col. 870).