DEI CONTI DI SCIAMPAGNA H^>7 noblic allora come è funesto ad un principe di perdere il cuore de’suoi sudditi, poiché i Sciampagnesi, per odio verso il loro padrone, dice la ironica d’Andre, lungi di difendorlo, abbandonarono essi stessi le sue piazze. Di più, fu costretto Tebaldo di bruciarne parecchie acciò non cadessero in poter, del nemico. La città di Troyes fu quasi la sola a porsi in istato di difesa, del che avvertiti i confederati e sapendo che Simone sire di Joinville e padre dello storico di San Luigi n’ era il comandante, non osarono attaccarla. Essi si avanzarono per raggiugnere il duca di Borgogna che veniva in loro aiuto, allorché San Luigi, dopo aver inutilmente loro intimato di deporre le armi, piombò sopra di essi con un esercito e li rispinse di posto in pos'o sino al territorio di Laignc (e non di Langres come porta l’edizione di Joinville di du Chan-ge). Questo bo'go, situato sulla frontiera di Sciampagna e di Borgogna nel Tonnerrese, apparteneva al conte di Nevers, uno dei confederati. Alcuni di essi, tra’ quali il conte di Nevers, fecero la pace col conte di Sciampagna; gli altri si rimisero a giudici aibitramentali. In questa guerra Tebaldo ebbe, due alleati che gli recarono utilissimo aiuto, Matt:o duca di Lorena e Ferrand conte di Fiandra. Assistito dii secondo, egli si vendicò contra il conte di Saint-Pol saccheggiando il suo* paese ( Alberico ). L’anno dopo (i23o) si convenne con quello stesso alleato sul diritto di comandar l’avanguardo dell’esercito regio, c col trattato coichiuso tra loro il sabato prima del San Bartolomeo ( 17 agosto ), fu fermato che nella prossima spedizione contra il conte 0 duca di Bretagna, quello di Fiandra comandenbbe una volta 1’ avanguardo e due volte il rctroguardo, sccome avea fatto prima il conte di Sciampagna. La re{ina di Cipro vedendo minorarsi il suo partito, Cessò ne 1234 le sue pratiche e lasciò nel pacifico godimento il conte suo nipote mercè un accordo fatto nel mese di settembre, giusta il quale Alice cedette le sue pretensioni a Tebaldo mediante una pensione vitalizia di duemila lire e quarantamila in denaro sonante. San Luigi fu quegli che forni quest’ultima somma, per cui Tebaldo gli cedette :on trattato 5 settembre ia34 il feudo e la signoria dell« contee di Blois, di Chartres e di Sancerre non