DEi SIGNORI DI BRESSE zia di Tournus alcune differenze che scoppiarono in aperta guerra, la quale durò da quattro a cinque anni; indi convinto del proprio torto, si obbligò con trattato di pagare all’abazia cinquecento marchi pei danni che le avea inferiti (Juenin). Nel 1249 egli fece il suo testamento e partì una seconda volta per Terra Santa, ove morì l’anno stesso. Da Sibilla sua sposa figlia di Guizzardo IV sire di Beau-jeu, e moglie in seconde nozze di Pietro il Grosso signore di Brancion, morta nel iatì5, ebbe Guido, che segue; Renaldo, signore di Saint-Trivier, morto nubile; Alessandro erede di Renaldo suo fratello, che testò nel 1266 a favore di Filippo di Savoja, arcivescovo di Lione; Beatrice e Giovanna morte, a quanto sembra, celibi. GUIDO. L’anno 1249 GUIDO, primogenito di Renaldo IV, 11011 avea ancor raggiunta l’età maggiorenne quando succedette al padre. Filippo di Savoja, arcivescovo di Lione, di lui congiunto, gli diede a curatore il cavaliere Berardo di Lyon-nieres che nel i25i autorizzò la carta di francamento da lui accordata agli abitanti di Bauge , di Bourg e di Pont-de-Vaux. Nel 1255 vedendosi malato fece il dì 8 aprile il suo testamento »istituendo a suo erede il figlio nascituro dalla sua sposa incinta, ch’era Dolfìna figlia ed erede di Renato di Lavieu, signore di Saint-Bonnet e di Mirebel, c vedova di Guido Daltnas signore di Cousans e visconte di Chalons, ceppo dell’illustre casa di Dalmas. Ella si sgravò di una figlia di nome Sibilla che raccolse la successione paterna, essendo morto Guido, giusta il suo epitaffio mutilato che si vede a Bauge, nel 1268 (Juenin). Questa eredità passò nel 1285 nella casa di Savoja atteso il matrimonio di Sibilla con Amedeo principe di Piemonte che divenne conte di Savoja, quinto di quel nome; e in tal guisa la bassa Bressc fu riunita alla contea di Savoja. L’anno 1289 Amedeo vi unì pure la porzione dell’alta Bresse posseduta dalla casa di Coligni, e ciò mediante permuta delle terre di Cuiseri, Sagi e Savigni nel llevermont fatta con Roberto II duca di Borgogna. Il conte Amedeo VI acquistò nel