DEI CONTI DI AUXERRE E DI NEVERS a55 tea di Nevers a Renaldo suo padre. Divenuto maggiore tolse colla forza la contea d’ Auxerre a Roberto I duca di Borgogna, col quale e col suo successore ebbe frequenti guerre, i cui particolari non sono sino a noi pervenuti. Vediamo soltanto che nel 1057 il duca Roberto spedì contra lui Ugo suo figlio, il quale avendo preso d’assalto la città di Saint-Bri, fece porre il fuoco alla chiesa, in cui perirono centodieci persone; crudeltà, dice il nostro autore, di cui'non molto guari fu punito, essendo stato ucciso poco tempo dopo in uno scontro delle sue truppe con quelle di Guglielmo (Chron• brev. Aniiss.). Quest’ultimo ottenne cosila contea di Ton-nerre da Ugo Rinaldo nipote di sua moglie!, che la teneva a titolo di eredità del conte Milone III suo padre. Egli è veri-similissimo che questa concessione gli sia stata fatta nel io65, quando Ugo Rinaldo montò sulla sede vescovile di Langres. Ciò che non puossi rivocare in dubbio si è: i.°chc Guglielmo abbia posseduto la contea di Tonnerre ; 2.0 che ne fosse ancora al godimento nel 1072 al più tardi. Non citeremo in prova del primo punto che una caria, a dir vero senza data, colla quale Guglielmo dà all’abazia di Saint-Michel di Tonnerre molti pezzi di terreno', uno dei quali situato prope castellimi Villeimi Comitis in suburbio (Cari. S. Michael., fol. 85). Intorno al secondo punto si vegga Ugo Rinaldo conte di Tonnerre. Nel iot>3 Guglielmo concorse con Ugo II vescovo di Nevers al ristabilimento dell’ abazia di San-Stefano fondata da San Colombano per delle zitelle in un sobborgo di Nevers. Ella era caduta in rovina interamente, ed il prelato nel rialzarla vo-lea porvi dei canonici regolari professanti la regola attribuita al papa San Silvestro. Guglielmo per secondare le pie viste del suo vescovo, rimise tutti i diritti di alloggio, di giustizia ed altri che aveva su quell’abazia, c permise ai suoi nuovi abitanti il godimento di tutti i ■ beni che erano stati alienati (Gali. Chr., tom. XII, Insir. , col. 327). Ma nel 1068 l’abazia trovandosi ridotta a un solo .chierico, Guglielmo ed il vescovo Mauguin accordaronsi per mettervi dei monaci di Cluni. Nè il conte si limitò a questo, ma fece altresì rialzar l’edilìzio a sue spese, lo dotò di multi dei suoi fondi e lo fornì di tutti gli arredi necessarii Pcl divino servizio (Gali. Chr., ilnd., col. 329 e 332).