DEI CONTI DI BAR-SULLA-SENNA feodo comilatus Campaniae, con tutto ciò che avea acquistato col suo sposo, meno il feudo del cavaliere Roberto di Fontctte, e senza pregiudizio all’opposizione fatta da Bardino per tale vendita, la quale opposizione era stata posta in compromesso (Liber principimi, ibi. 346, jr.°). Elisscnde viveva ancora nel ia3o, come prova la vendita da lei fatta nel mese di maggio di quell’anno all’abazia di Moleme di una vigna posta nel territorio di Merei ( II Cartai, de Moleme, fol. 47? v-°)- L’anno i23g il conte Tebaldo fece omaggio di Bar-sulla-Senna a Roberto di Torote vescovo di Langres come a primo signore feudale. La città di Bar-sulla-Senna era ancora in istato di servitù quando Tebaldo ne prese possesso. Venne francata da questo principe, in un con tutta la castellania dipendente, dal diritto di man-morta colla sua carta dell’aprile 1227, che fu da lui confermata con altra del ia3i. L’ultima di queste esiste originale negli archivii del palazzo civico di Bar-sulla-Senna. Essa dice che il comune di questa città sarà governato da un maire e dodici scabini, che ora sono ridotti a quattro. Essi amministravano la giustizia civile e criminale non solamente in città, ma in tutta la contea di Bar-sulla-Senna sino all’ epoca dello stabilimento in essa città di un baliaggio; locchò non avvenne che nel XVI secolo (Nouv. ree. sur la Franee, tom. I, pag. 67). Il conte Tebaldo V, figlio e successore del precedente, fondò nell’ottobre 1269 una collegiata nella parrocchiale di Bar-sulla-Senna (ibid., pag. 71 e 72). Nel i35g una fazione inglese durante la prigionia del re Giovan-ni prese colla forza la città di Bar-sulla-Senna, che, secondo Froissart, ebbe più di novecento buone abitazioni bruciate.' Probabilmente è da quell’epoca eh’essa è ridotta all’estensione che ha al presente. * La contea di Bar-sulla-Senna fu unita alla Borgogna nel i435 col famoso trattato d’Arras. Essa però non godette del principal privilegio di quella provincia, essendo soggetta ai diritti di soccorsi ed altri di cui quella è esente; nè dipende altrimenti dal parlamento di Borgogna, ma da quello di Parigi.