4i4 cronologia storica Rrusselles per raggiungere il conte ili Soissons c il duca di Bouillon. Questi due principi aveano lasciato la Francia dopo un trattato da essi conchiuso colla Spagna, cd era del partito il duca di Guisa. Fatto citare in giustizia dal cardinale di Richelieu quale delittuoso, ottenne contra lui il 6 settembre i6/{i una sentenza che il condannava in contumacia. Enrico si rappacificò secolui nell’agosto 16/p e ritornò in Francia, ove non andò molto che si procurò delle altre brighe. Obbligato a fuggire per essersi battuto in duello col conte di Coligtii, valicò le alpi e percorse l’Italia. Nel it>47 egli trovavasi a Roma allorché ribellatisi i Napoletani lo richièsero per loro capo. Egli accettò le lóro proposizioni, parti sovra una piccola felucca il dì i3 novembre e a traverso mille pericoli giunse a Napoli, ove il 17 del mese stesso fu dichiarato generalissimo delle armate, difensore della libertà cogli stessi onori di cui godeva il principe d’ Orange in Olanda sotto la protezione del re cristianissimo. Ma dopo aver date moltissime prove di genio e di coraggio nell’esercizio di questa novella dignità, per non essere stato soccorso dalla Francia, succuin-bette e fu preso dai nemici che il condussero in Ispagna ove rimase prigioniero sino all’agosto it>52. Liberato ad istanza del principe di Condé ritornò in Francia ed ivi più si applicò ad oggetti di galanteria che a cose seriose. Non- stiia. “ Non creilo, ilice il cardinale ili Reti, che la regina Elisabetta il’Inghilterra avrebbe aiuto maggiore capacità per reggere uno stato. La vidi nella fazione, la yiili nel gabinetto, c sempre ravvisai in essa latta la sincerità ,, • w 11 genio ili quella principessa, ilice Bossuet nella sua orazione funebre, era egualmente aililelto ai sollazzi e agli affari. La corte non ville mai nulla ili più interessante; e senza parlare ilella penetrazione nè dell’ infinita fertilità de’ suoi spetlientì, tatto cedeva al secreto incanto della sua conversazione . Sempre fedele allo stato e alla grande regina Anno, si sa che col secreto di questa sovrana ebbe pur quello di tutti i partiti: tanto era penetrante, tant’era la confidenza clie ispirava, c tanto era in lei naturale il far suoi tutti gl* animi! Ella palesava ai capi del partito sin dove poteva impegnarsi, ed era tenuta non suscettibile ad ingannare nè ingannarsi; ma la sua abilità particolare consisteva a conciliare gl’interessi opposti, e guardando dall’alto trovar il luogo secreto come il nodo con cui poteano riunirsi „ . Ella morì a Parigi nel palazzo di Luxemburgo il 6 luglio 1684 in età di sessanlott* anni e fu seppellita all’abazia del Val-dc-Grace presso la principessa Benedetta di lei s0" rella abadessa d’A venni.