DEI CONTI DI BORGOGNA i37 Io si poti coll’occhio, ma finalmente s’involò agli sguardi umani per soggiornare eternamente coi diavoli (L. 2, de Miraciuis, c. 1, pag. 1299). GUGLIELMO III detto il FANCIULLO. GUGLIELMO, cognominato il FANCIULLO a motivo della poca età sua, figlio del conte Guglielmo II, gli succedette nelle contee di Borgogna e di Macone. Egli era già conte di una parte della Borgogna transiurana. L’anno 1127 (N. S.) fu assassinato in una chiesa a Payerne nella Borgogna transiurana il g febbraio, secondo Duuod, in un a Pietro e Filippo di Glanne, due de’suoi primarii ufficiali, e di altri signori. La cronaca di Andrò pone quest’ uccisione al martedì della seconda settimana di quaresima, che cadeva in quell’anno al i.° marzo. Il continuatore di Sigeberto ne assegna la stessa epoca (V. i conti di Macone). RINALDO III. L’anno 1127 RINALDO, figlio di Stefano e di Beatrice, c nipote per parte di suo padre di Guglielmo il Grande, divenne il successore di Guglielmo il Fanciullo di lui nipote, secondo il costume di Bretagna, nella contea di Borgogna, ma non in quella di Macone. Gli storici contemporanei lo chiamano il grandissimo conte, ed egli stesso si dava il titolo di nobilissimo console. I suoi stati, tranne lo Scodingue che sortì a Guglielmo fratello di Rinaldo III, si estendevano da Basilea sino all’Isero, e comprendevano Lione, Vienna e Besanzone. Superbo di così grande possanza osò ricusare all’imperatore Lotario l’omaggio che gli richiedeva quale re di Borgogna tanto per la sua contea che pei feudi da lui posseduti al di là del monte Jura. Nè questo rifiuto mancava di ragione, giacché sosteneva Rinaldo, i.° non dipendesse la sua contea dal regno di Borgogna 0 d’Ar-les; 2.0 e quanto agli altri suoi feudi posti al di là del Jura, spettasse darlo agli credi di Corrado il Salico e non a Lotario capo della casa di Svevia, avendo Corrado ricevuto il regno d Arlos da Rodolfo III non in qualità d’imperatore